Prezzi di vendita dei bovini troppo bassi: «Le stalle rischiano di chiudere»

Cia Cuneo descrive una situazione della Piemontese sempre più compromessa, a causa degli alti costi dell’energia e delle materie prime

Claudia e Renato, dell'azienda Cogno di Carrù, accudiscono i capi del loro allevamento di Piemontese

La Piemontese è la razza bovina da carne autoctona più diffusa in Italia. Le stalle sono 4.150, concentrate per il 60% nella provincia di Cuneo. In Piemonte le stalle sono 3.821, con 268 mila animali in allevamento. Nel giugno 2021 gli studi effettuati indicavano un costo medio alla stalla del capo vivo di 3,79 euro al chilo, a fronte di una quotazione massima nella vendita di 3,5 euro al chilogrammo. Nell'agosto 2022, alla luce dei forti rincari delle materie prime e dell'energia, le spese di produzione sono aumentate a 4,41 euro al chilo, contro un prezzo massimo di vendita di 4 euro al chilo. La situazione è peggiorata a settembre quando il costo medio è salito a 4,9/5,2 euro al chilo, mentre il prezzo massimo di vendita si è stabilizzato sui 4/4,15 euro. Cosa sta succedendo in questi mesi? Lo spiega Silvio Chionetti, di Bastia, vicedirettore di Cia Cuneo: «Con i rialzi dei costi delle materie prime e dell’energia, le difficoltà si stanno aggravando ancora – riferisce Chionetti –. Avendo scelto la strada dell’alta qualità per produrre la Piemontese inoltre non si possono modificare i disciplinari con i tipi di alimentazione e le modalità di allevamento. Con questi presupposti gli allevatori non possono andare lontano. Quest’autunno riescono a resistere, perché le ultime piogge che hanno mantenuto l’erba nei campi e la temperatura accettabile consentono il pascolo all’esterno. Altrimenti il mantenimento in stalla degli animali a fieno, mais, mangime e paglia per il “letto” costerebbe troppo. Ma è una condizione provvisoria che non risolve il problema alla radice. Per cui, quando le perdite saranno alte gli allevatori prenderanno le decisioni conseguenti: e non è da escludere la chiusura delle stalle. Una prospettiva preoccupante a livello locale dal punto di vista economico, ma anche per l’abbandono di terre marginali che non verranno più presidiate dagli agricoltori». A settembre, dopo le sollecitazioni di Cia Cuneo e di altri attori del comparto, la Regione, con l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa, ha convocato un tavolo con tutte le organizzazioni di categoria, per trovare una soluzione condivisa al problema della valorizzazione e dei prezzi di vendita dei bovini di razza Piemontese. «Ci auguriamo che la Regione si interfacci con la grande distribuzione – conclude – per stabilire dei prezzi minimi di vendita destinati a quanti allevano i bovini e quantificati in base ai loro costi di produzione: costi dei quali si conosce l’entità».

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