Inchiesta “Affari d’oro”: arrestato a Mondovì per associazione per delinquere e furti in abitazione

L’uomo è stato condannato per fatti risalenti dal 2009 ed al 2015: i Carabinieri di Mondovì erano riusciti ad identificare ed arrestare dodici persone, all’epoca sospettate di aver messo assegno numerosissimi furti anche tra Ceva e Mondovì

Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Compagnia di Mondovì, coordinati dal Comandante, Ten. Col. Ambrosino Tala, hanno arrestato un uomo su cui pendeva un ordine di carcerazione emesso dalla Corte d’Appello di Genova, in virtù del quale dovrà scontare una pena di quattro anni e due mesi di reclusione per associazione per delinquere, furti in abitazione e danneggiamento.

«L’uomo era attivamente ricercato nel Monregalese sin dallo scorso 6 dicembre, data di emissione dell’ordine di carcerazione, pur non essendo anagraficamente residente nella zona, ma nella quale, comunque, poteva contare su numerosi parenti – si legge nel comunicato dell'Arma –. Ed è stato proprio il legame con i suoi parenti a consentirne il rintraccio: i Carabinieri, infatti, hanno monitorato con estrema discrezione un funerale tenutosi a Mondovì, al termine del quale l’uomo è stato arrestato senza che opponesse alcuna resistenza. I fatti per i quali è stato condannato risalgono al 2009 ed al 2015: i Carabinieri di Mondovì, insieme ai colleghi di Cuneo ed a quelli delle polizie svizzera e del Liechtenstein, erano riusciti ad identificare ed arrestare dodici persone, all’epoca sospettate di aver messo a segno numerosissimi furti non solo tra Ceva e Mondovì, ma anche, appunto in Svizzera e Liechtenstein. L’indagine era stata convenzionalmente denominata “Affari d’Oro”, ed aveva consentito di appurare come i componenti della banda rivendessero l’oro rubato presso un negozio “compro oro” ubicato in pieno centro a Mondovì, denominato, appunto, Affari d’Oro, il cui gestore, a sua volta, inviava il metallo prezioso a Valenza Po per la fusione».

Nel giugno del 2010, il GIP presso il Tribunale di Mondovì, oltre a disporre la custodia cautelare in carcere per tutti i dodici soggetti coinvolti, aveva decretato anche il sequestro del laboratorio orafo.

 

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