Ulteriori 12 mesi di contratti di solidarietà per i dipendenti di Grancasa a Ceva. È la richiesta avanzata dal Gruppo, cui fa capo il punto vendita cebano, per cercare di superare questo momento di difficoltà, in cui si gioca il futuro della catena di arredamento lombarda. Una notizia che giunge al alcuni giorni di distanza da confronto che i vertici di Grancasa hanno avuto con alcune Banche creditrici, cui è stato chiesto di liberare da ipoteca una serie di immobili, la cui successiva vendita potrebbe finanziare un nuovo tentativo di rilancio dell’azienda stessa. «Novità su questo versante ancora non ce ne sono – spiega Antonino Aloisio, del sindacato Fisascat Cisl –, visto che gli Istituti di credito hanno chiesto al Gruppo alcune integrazioni documentali e, di conseguenza, la decisione è stata rimandata di alcune settimane. Oggi (venerdì 20 gennaio, ndr), si è tenuto un ulteriore incontro e, entro il 7 febbraio, le Banche sono tenute a sciogliere le riserve».
La vera, novità, dunque è quella della richiesta, da parte del Gruppo, di poter accedere a 12 mesi di contratti di solidarietà, visto che il regime di "composizione negoziata per la gestione di crisi d’impresa", procedura a cui attualmente è sottoposta l’azienda, difficilmente sarà prorogata dal Tribunale fallimentare di Milano.
«Per i dipendenti di Ceva – continua Aloisio, che giovedì 19 gennaio ha incontrato i lavoratori per aggiornali sulla situazione – si tratterebbe di una sorta di salvagente, in grado di garantire i 24 posti di lavoro, almeno sino a fine anno, visto che in regime di solidarietà non è possibile avviare procedure di licenziamento. Restiamo in attesa di ricevere la comunicazione ufficiale da parte del Ministero e, nel contempo, di capire, magari già entro fine mese, quale sarà la decisione delle Banche creditrici».