In occasione del “Giorno del ricordo”, 10 febbraio, la Città di Mondovì fa memoria delle vittime delle foibe. Vittime di una tragedia che dimostra, ancora una volta, che l’orrore dell’odio etnico ha sempre lo stesso nome e la stessa ferocia, quale che sia la sua collocazione geografica o la sua matrice ideologica. È il giorno in cui si ricorda la tragedia degli italiani e di tutte le vittime uccise dai partigiani jugoslavi e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati. Furono migliaia gli italiani, militari e civili, che persero la vita nelle foibe: gettati nelle fosse carsiche, spesso ancora vivi. Non si sa nemmeno il numero, di quei morti. Venerdì 10 febbraio alle 10 il Comune deporrà una corona davanti al giardino della stazione ferroviaria, intitolati ai “Martiri delle foibe”.
«Ancora una volta siamo chiamati a non dimenticare e ad accrescere la nostra consapevolezza sulle atrocità compiute ai danni di altri uomini» dichiarano il sindaco di Mondovì, Luca Robaldo, l’assessora alla Cultura, Francesca Botto e l’assessora all’Istruzione, Francesca Bertazzoli «Il Giorno del Ricordo onora una pagina drammaticamente buia della nostra storia recente rimasta sottaciuta per troppi anni. È dovere morale della politica e della società tutta, allora, riflettere sugli orrori compiuti senza strumentalizzazioni e speculazioni e con la giusta contestualizzazione storica. Ringraziamo fin da ora le Associazioni che ci hanno supportato nella predisposizione del programma istituzionale di commemorazione (che non poteva non iniziare da un luogo simbolo che negli scorsi anni la nostra Città ha giustamente intitolato ai Martiri delle Foibe) ed esprimiamo altresì la nostra riconoscenza ai docenti e agli Istituti scolastici cittadini che con la loro partecipazione agli eventi favoriranno una disseminazione intergenerazionale imprescindibile per comprendere al meglio il nostro passato».
LA MOSTRA A PIAZZA
Alle 11 verrà inaugurata la mostra “L’Istria, l’Italia, il mondo. Storia di un esodo: Istriani, Fiumani e Dalmati a Torino”: resterà allestita sino al 28 febbraio nelle sale dell’Antico Palazzo di Città di Mondovì Piazza. L’esposizione, curata da Enrico Miletto, affronta il tema della partenza forzata nel 1947 degli italiani dalle terre d’origine sulla costa jugoslava, dell’arrivo e dell’accoglienza, prima in Italia e poi a Torino, della vita nei campi profughi cittadini e nelle Casermette di Borgo San Paolo, il trasferimento nelle “case rosse” del villaggio di S. Caterina nel quartiere di Lucento, l’inserimento nel tessuto cittadino, il lavoro e il tempo libero dei profughi. Un viaggio che dà voce alla storia di un’intera comunità che è riuscita ad integrarsi nella realtà torinese, pur mantenendo vivo nel tempo il significato delle proprie origini. Il progetto da cui è nata la mostra è stato realizzato dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della Società contemporanea di Torino (Istoreto), in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (A.N.V.G.D.). I pannelli costtituenti la mostra verranno integrati con documentazione libraria, storica ed artistica relativa all’esodo. Alcuni dei volumi esposti sul tema dell’esodo dal confine orientale saranno disponibili in Biblioteca civica, sia per la consultazione in sede che per il prestito a domicilio, non appena conclusa la mostra. L’ingresso alla mostra è libero. Orari di apertura: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 (si segnala che sabato 11 febbraio, limitatamente alla fascia oraria pomeridiana, non sarà possibile visitare la mostra causa celebrazione di un matrimonio).