Nell'ambito delle attività di contrasto al bracconaggio, la stazione dei Carabinieri Forestali di Cortemilia ha segnalato nei giorni scorsi all'autorità giudiziaria un 76enne valbormidese ritenuto responsabile dell'illecita installazione ed uso di due gabbie da cattura di fauna selvatica di fattura artigianale, ma perfettamente funzionanti. Erano posizionate in terreni isolati nelle sua disponibilità, una condotta vietata sensi della legge 157 del 1992 in quanto considerata come una vera e propria azione di caccia effettuata con mezzi non consentiti.
A conclusione di appostamenti e riprese fotografiche, d'intesa con la Procura di Asti e coadiuvati dai colleghi dei Carabinieri Forestali di Ceva, i militari sono riusciti a sorprendere l'uomo mentre foraggiava e armava le gabbie, procedendo quindi al loro sequestro. All'indagato è stato inoltre contestato un verbale amministrativo da 1.000 euro per la detenzione delle gabbie in violazione della normativa nazionale e regionale sulla caccia.
«In relazione al presente procedimento penale, – precisa il Gruppo Carabinieri Forestale di Cuneo – le indagini sono in corso di sviluppo, potendo emergere in futuro elementi di segno contrario rispetto a quelli raccolti, l'indagato è da presumersi innocente sino a quando non sia pronunciata sentenza di condanna definitiva».
«Episodi analoghi – aggiunge il ten.col. Stefano Gerbaldo, comandante del Gruppo Carabinieri Forestale cuneese – sono ancora purtroppo frequenti nelle zone rurali e montane e rappresentano un pericolo per tutta la fauna selvatica ma anche per gli animali di affezione che potrebbero rimanervi intrappolati. Tale tipologia di illecito prelievo di fauna selvatica, in particolari cinghiali, non fornisce alcuna garanzia in relazione alle procedure di biosicurezza quando la finalità è alimentare».