Il caso dell’antenna telefonica a Pamparato: parlano i proprietari del terreno

La questione ormai è dibattuta da tempo: nella frazione pamparatese di Serra è prevista l’installazione di un’antenna telefonica di 30 metri a pochi passi dal centro abitato, in un’area di pregio paesaggistico come quella del Monte Savino. L’Amministrazione, guidata dalla volontà della cittadinanza, ha proposto alla ditta incaricata, Inwit S.p.A. che usufruisce di finanziamenti pubblici derivanti dal Pnrr, l’alternativa del Monte Alpet, dove sono già presenti installazioni simili. Nel frattempo si attende il sopralluogo, già previsto ma rinviato, di Regione e Soprintendenza. Come spesso accade nelle questioni di paese, tante le voci e altrettante le opinioni sulla vicenda. Il terreno sul quale dovrebbe insistere l’opera è diviso fra 3 proprietari, uno di loro è l’ex presidente della Pro Loco Lorenzo Bonacorsi che ha voluto fare alcune precisazioni. «Uno studio condotto in piena autonomia da una ditta specializzata che, è bene ricordarlo, si avvale di “ragioni di pubblica utilità”, ha considerato strategico il nostro appezzamento – ha spiegato –. Per questo ha iniziato a valutare l’installazione di quello che sarebbe potuto essere un semplice “diffusore” del segnale portato dalla fibra, un’antenna che non avrebbe superato i 10 metri d’altezza». «Per mesi l’iniziativa è rimasta allo stato embrionale e non ho più avuto aggiornamenti, neanche da parte dell’Amministrazione – ha aggiunto –. Solo attraverso i social son venuto a sapere del Consiglio convocato ad hoc. Ho quindi immediatamente inviato una Pec al Comune in cui volevo fosse chiaro il mio “no”». Questo nonostante una vantaggiosa offerta economica di locazione. «Non potevo nemmeno pensare di rendermi complice nel deturpamento di un paesaggio che, da sempre, conservo nel cuore». Della stessa opinione Sabina Foscoli che da oltre 40 anni frequenta Serra e sogna un giorno, proprio in quei terreni, di costruirvi la dimora dove trascorrere gli anni del riposo e della vecchiaia. «Purtroppo ho saputo tardi dell’iniziativa e ne approfitto per ringraziare il consigliere Federico Borgna per avermi aperto gli occhi – il suo commento –. Ho comunicato, attraverso Pec, la mia chiara intenzione di oppormi all’installazione, spero davvero la ditta possa valutare altre soluzioni». La speranza è infatti quella che possa essere individuata una differente location, meno impattante dal punto di vista ambientale. «Molto probabilmente il diniego non sarà sufficiente e la ditta ricorrerà ad un’azione “giudiziaria” per l’esproprio del terreno – la conclusione dei proprietari –. In tal caso saremmo costretti ad assecondare le decisioni dell’autorità, rinunciando anche alla proprietà stessa del terreno».

Nasce anche una petizione contro nuove infrastrutture 5G

Una nuova petizione (che può essere firmata al seguente link: https://chng.it/HjFTznrBf6) intende porre l’attenzione sul tema della tutela della salute. Inutile dire che, nonostante le rassicurazioni degli esperti, la posa di queste installazioni sia accolta con scetticismo e timore, legati soprattutto alla tecnologia 5G. A lanciare l’iniziativa è Daniele Di Bella, residente nella frazione, che ha voluto così ricordare e onorare la memoria del padre, morto di tumore al cervello e molto attento alle tematiche ambientali. «Una petizione che, ci tengo a dire, è parallela a quella proposta dalla Pro Loco di Serra, nella quale ho militato per 25 anni, e in linea con quanto sostenuto dalla maggioranza consigliare nella seduta dedicata a questa tematica – ha precisato –. Molti proprietari di appartamenti mi hanno chiesto di farmi portavoce di questa iniziativa. Serra ha una forte vocazione turistica, questa battaglia deve essere combattuta anche per le 3 attività commerciali che operano e mantengono viva la frazione».

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