Alla Certosa di Pesio nel pomeriggio di sabato 7 maggio si è tenuta la cerimonia di inaugurazione degli eventi per celebrare gli 850 anni del monumento. Una lunghissima storia, per un edificio storico della valle Pesio. Nato come monastero certosino, nel corso della sua lunga esistenza ha vissuto diverse trasformazioni, tra cui l'essere trasformato in un istituto idroterapico. Ha ritrovato l'originale dimensione di polo spirituale con l'insediamento dei Padri Missionari della Consolata, che tuttora la abitano e ne conservano la forza spirituale. «Da questo luogo parte la formazione di tanti missionari che oggi sono in quasi 30 paesi nel mondo. La Certosa, celebrando questa ricorrenza, vuole aprirsi a uno sguardo ancora più grande oltre a quello bellissimo della natura in cui siamo immersi».
«Noi Missionari della Consolata abbiamo nel nostro dna l'intessere relazioni. Coltivare incontri, nella convinzione che il regno di Dio sia fatto di relazioni - ha sintetizzato padre Ermanno - gli eventi per gli 850 anni della Certosa sono una testimonianza di comunione e collaborazione». La cerimonia si è aperta con gli interventi del superiore regionale dei missionari, padre Gianni, del presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo, della consigliera Simona Giaccardi del sindaco di Chiusa Pesio, Claudio Baudino e del padre superiore della Certosa, padre Daniele Giolitti, del presidente dell'Ente parco Alpi Marittime, Pier Mario Giordano, e dei rappresentanti delle fondazioni CRT e CRC, rispettivamente Giuseppe Tardivo e Daniela Bosia.
«Con gioia e riconoscenza ci accingiamo a celebrare questi 850 anni, in un luogo che è un unicuum nel nostro territorio per storia e architettura, ma anche perché la nostra identità di Missionari è legata a questo posto. Questo è un luogo dello spirito, che parla in profondità, per le persone di oggi che sono un po' smarrite, un luogo privilegiato per trovare Dio» la sintesi di Padre Daniele Giolitti. In seguito, ha preso la parola l'architetto Igor Violino, che ha curato il progetto di restauro delle facciate della Certosa. «I padri della Consolata ci hanno dato la loro fiducia in questo percorso così importante per la comunità. Il progetto è stato realizzato insieme all'architetto Valentina Rubero e al geometra Daniele Rubero. Abbiamo realizzato, anche con i contributi delle fondazioni, un "quaderno di cantiere" dove potersi sincerare dei risultati del primo lotto dei lavori. Il progetto è particolare anche per via del materiale su cui si lavorava e perchè è stato realizzato durante il lockdown. Appena terminati i rilievi strumentali con li laser è stata imposta la chiusura. Allora abbiamo iniziato a colloquiare a distanza, e c'è stato un ottimo dialogo anche con i funzionari della soprintendenza. Siamo riusciti a cercare dei finanziamenti, grazie alle fondazioni bancarie abbiamo potuto portare a termine il primo lotto».

Nella chiesa abbaziale si è tenuta la cerimonia, con vastissima partecipazione di pubblico e diverse persone in piedi sul fondo delle navate. L'esibizione dell'Orchestra sinfonica amatoriale di Boves ha proposto un trittico di brani: il primo è l'andante della Sinfonia dell'orologio di Haydn, per proseguire con la Romanza per violino e orchestra di Beethoven (con l'ottimo solista Claudio Costamagna) e concludere con la trascinante Gazza Ladra di Rossini (l'ouverture, beninteso). Sorpresa finale, con l'accompagnamento dei musicisti un suggestivo momento di preghiera con la recita del Magnificat. A conclusione del momento, nel chiostro si è tenuto un sontuoso rinfresco preparato dalle cuoche della Certosa.