Addio a Giorgio “Giors” Aimo, presidente CAI Mondovì: «Amico dei monti e di tutti noi». Venerdì i funerali. Il cordoglio del sindaco

Monregalese, classe 1958, perito chimico, dipendente Valeo in pensione, impegnato nel Soccorso Alpino e nella Croce Rossa. Lascia la moglie Marina Perotti e i figli Jacopo e Niccolò

Giorgio Aimo

Non ce l’ha fatto a domare l’ultima salita, ma il suo resta un grande esempio in un’esistenza attraversata dalla malattia, guardata in faccia ed affrontata con grande coraggio: si è spento nella notte tra martedì e mercoledì 10 maggio, a 65 anni, Giorgio Aimo, presidente della sezione dei CAI di Mondovì (dal 2009 al 2015, e poi dal 2021 ad oggi). Monregalese, classe 1958, perito chimico, dipendente Valeo in pensione, impegnato nel Soccorso Alpino, nella Croce Rossa, appassionato di speleologia, ovviamente di montagna, nonché di bici.
Lascia la moglie Marina Perotti (storica segretaria comunale nel Monregalese e a Mondovì), i figli Jacopo e Niccolò e le sorelle Oretta e Giuditta. «Buon viaggio, Giorgio. Va in sella alla tua bicicletta o con i tuoi sci, amico dei monti e di tutti noi. Portiamo nel cuore i tuoi insegnamenti» il messaggio della sezione CAI di Mondovì.
I funerali si terranno venerdì 12 maggio alle ore 15 presso la Chiesa del Sacro Cuore in Mondovì Altipiano e il rosario sarà recitato giovedì 11 alle ore 19 nello stesso luogo. Dopo i funerali, la salma verrà portata al tempio Crematorio di Magliano Alpi .

Solo da poco aveva dato alle stampe un volume autobiografico: “Giors. Le montagne sono tutte difficili da salire. La voglia di vivere” in cui ha voluto raccontarsi, nella sua esperienza esistenziale segnata da un confronto serrato, coraggioso e lucido, condotto a più riprese, con la malattia (il ricavato è andato a sostenere il Centro di ricerca e di cura del cancro). La presentazione, un mese fa a Mondovì aveva registrato una partecipazione mai vista in sala "Scimè". «Se ce l’ho fatta a domare questa salita, se ce l’ho fatta a raggiungere quella determinata cima, ce la posso fare anche contro questo alieno che porto dentro di me», ma «purtroppo non si può fare nulla contro il destino» le parole di Giorgio Aimo in una testimonianza densa di umanità, tenacia e speranza davanti alle avversità: dal tumore maligno al fegato affrontato negli anni '80, mortale nel 96% dei casi, al terribile incidente sull’autostrada Torino-Savona nel 1991, al ritorno della malattia. A metà aprile era scomparsa la mamma, Maria Emilia Camperi.

Il cordoglio del sindaco, Luca Robaldo: «L'intera Amministrazione Comunale e la città tutta testimoniano alla famiglia del caro Giorgio la più grande vicinanza e la più profonda partecipazione. Giorgio era un amico caro, una persona che si è spesa in tanti ambiti al servizio della Comunità e che tutti ricorderemo sempre con affetto immenso. Personalmente, infine, perdo una persona che mai mi ha fatto mancare consiglio, critica costruttiva e suggerimenti. Sono veramente affranto».

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