L’incubo peste suina: per la Granda i danni sarebbero devastanti

Confagricoltura traccia uno scenario drammatico: oltre mezzo miliardo di euro

Anche l'esercito in campo contro la peste suina
Anche l'esercito in campo contro la peste suina

L'incubo peste suina: per la Granda i danni sarebbero devastanti. È una specie di mostro alle porte, anzi ormai con un piede dentro casa. La peste suina fa capolino in Granda e lo scenario tracciato da Confagricoltura è letteralmente devastante: «Si parla di danni per oltre mezzo miliardo di euro – afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte –, solo contando l’impatto diretto sul comparto agricolo e alimentare di oltre mezzo miliardo di euro: il valore della produzione, infatti, è stimato in 188,5 milioni di euro, mentre quello della trasformazione in 496 milioni di euro. A questi andrebbero aggiunti i costi per lo smaltimento degli animali e il profitto mancante per il periodo di chiusura delle attività, almeno 12 mesi. Senza contare che in Piemonte la peste suina potrebbe essere dichiarata endemica, cancellando la possibilità di praticare l’allevamento suino per molti anni e mettendo in crisi la filiera delle Dop (Parma e San Daniele.) E tutte le denominazioni d’origine protette della provincia di Cuneo legate alla filiera suinicola, in primis il Prosciutto Crudo di Cuneo Dop, verrebbero cancellate».
L'INCUBO PESTE SUINA: I DANNI DIRETTI E INDIRETTI
Confagricoltura Cuneo ha radunato le autorità in un convegno venerdì 12 maggio a Cuneo. Erano presenti: il senatore Giorgio Bergesio, la deputata Monica Ciaburro, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, il presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo, i consiglieri regionali Paolo Demarchi e Carla Chiapello, oltre ad alcuni dirigenti della Regione Piemonte. Al primo impatto, già di per sé gigantesco, si andrebbero a sommare le ripercussioni successive su tutta la filiera alimentare: dalle aziende cerealicole a chi produce macchine agricole e attrezzature per le stalle, dai mangimifici ai macelli, fino ai trasporti e al commercio delle carni suine. «Per non parlare degli impatti sull’occupazione – afferma il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio –: gli addetti all’allevamento suinicolo in provincia di Cuneo sono stimati in circa 3.100, a cui si aggiungono i 2.100 dell’indotto. Il solo costo per indennizzare il mancato reddito di questi operatori è quantificabile prudenzialmente in circa 130 milioni di euro l’anno. Poi ci sarebbero le spese per la realizzazione di nuove recinzioni metalliche, con un costo almeno pari a quello già ipotizzato per la fase attuale (10 milioni di euro), mentre a seguito della sospensione dell’attività faunistico-venatoria in una nuova area infetta si assisterebbe a un’ulteriore proliferazione di selvatici con ripercussioni alle produzioni vegetali stimate in almeno 5 milioni di euro l’anno».
A RISCHIO LE ATTIVITÀ OUTDOOR?
Ma non solo: nel caso di estensione dell’area infetta da PSA al territorio della provincia di Cuneo potrebbero essere bloccate o comunque fortemente limitate tutte le iniziative outdoor, con conseguente forte limitazione e/o blocco dell’esercizio di attività turistico-ricettive, agrituristiche, eno-turistiche e di vendita diretta di prodotti agricoli e del vino. «Verrebbe, inoltre, bloccata la ricerca dei tartufi, dei funghi, la raccolta delle castagne e di tutti i prodotti del bosco-sottobosco – aggiunge Allasia –. Solo la Fiera internazionale del Tartufo Bianco di Alba genera un giro d’affari di circa 150 milioni di euro, senza contare gli altri tantissimi eventi, soprattutto autunnali, che subirebbero contraccolpi ingenti, difficili da quantificare».
Luca Robaldo, presidente della Provincia: «La Provincia si sta muovendo in forze per quello che considera un problema prioritario e urgente. È di pochi giorni fa l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio provinciale di un regolamento apposito che prevede compensi ai soggetti che collaborano all’abbattimento dei cinghiali, cioè tutor, selecontrollori, guardie venatorie volontarie appositamente formate e cacciatori singoli o in squadre».

LE AREE COINVOLTE
ZONA BLU (zone soggette a restrizioni I, alto rischio senza casi né focolai).
Provincia di Cuneo: Bergolo, Pezzolo Valle Uzzone, Cortemilia, Levice, Castelletto Uzzone, Perletto, Castino, Cossano Belbo, Rocchetta Belbo, Santo Stefano Belbo, Gottasecca, Monesiglio, Sale delle Langhe, Camerana, Castelnuovo di Ceva, Priero, Prunetto, Montezemolo, Perlo.
Provincia di Savona: Bergeggi, Spotorno, Vezzi Portio, Noli, Orco Feglino, Bormida, Calice Ligure, Rialto, Osiglia, Murialdo.
Provincia di Genova: Rovegno, Portofino, Santa Margherita Ligure, Camogli, Fontanigorda, Rezzoaglio, Orero, Coreglia Ligure, San Colombano Certenoli, Zoagli, Leivi, Chiavari, Borzonasca.

ZONA ROSSA (zone soggette a restrizioni II, presenza di PSA solo nel cinghiale)
Provincia di Cuneo: Saliceto.
Provincia di Savona: Savona, Cairo Montenotte, Quiliano, Altare, Albisola Superiore, Celle Ligure, Stella, Pontinvrea, Varazze, Urbe, Sassello, Mioglia, Giusvalla, Dego, Vado Ligure, Albissola Marina, Carcare, Plodio, Cosseria, Piana Crixia, Mallare, Pallare, Roccavignale, Cengio, Millesimo.

 

 

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