Nuova importante vetrina nazionale per le “bije” di Farigliano, l’ormai celebre gioco tradizionale dei birilli, recentemente inserito nel Registro delle buone pratiche di salvaguardia del patrimonio immateriale Unesco, insieme ai giochi popolari del Festival “Tocatì”. Le “bije” saranno protagoniste nel prossimo week-end alla Reggia di Venaria (Torino), per l’evento “Cibo e gioco”, durante il quale le tradizioni ludiche e alimentari si incontrano e si raccontano, presentate dalle comunità ludiche tradizionali che ne trasmettono la pratica e il sapere in dialogo, con l’Aga, Associazione Giochi Antichi. La giornata di sabato 20 maggio è dedicata alla presentazione dei giochi e alla proposta dei prodotti tipici del territorio. Il presidente dell’Associazione birilli di Farigliano, il dott. Giancarlo Tavella, spiegherà le regole e le particolarità del gioco tradizionale fariglianese, da sempre riservato alle sole donne, facendo riferimento anche alla “Festa del bon vin”, appuntamento estivo immancabile per i cittadini, ormai da lungo tempo. Insieme a lui ci sarà la giovane fariglianese Alessia Bracco, giocatrice di bije e titolare di “Gat Dus”, l’azienda locale che produce torte e dolci a base di nocciole. Nell’occasione, grazie anche al coinvolgimento di numerosi produttori vinicoli del paese, viene offerta una degustazione di “Dogliani Docg”, vino storico per eccellenza delle Langhe di casa nostra, in abbinamento alla torta di nocciole. Il giorno seguente, domenica 21 maggio, alla presenza anche del sindaco di Farigliano, Ivano Airaldi, le comunità di gioco tradizionale coinvolgono i visitatori nella pratica di giochi e nella degustazione dei piatti tipici raccontati il giorno precedente, nei suggestivi giardini della Reggia.
Giancarlo Tavella: «La nostra è una realtà particolare, con un gioco per donne e la minestra degli uomini»
«Abbiamo accolto con grande entusiasmo l’opportunità di partecipare a questa due-giorni. Una vetrina importante, per far conoscere Farigliano e per diffondere sempre più la cultura dei giochi tradizionali – ci spiega il dott. Giancarlo Tavella –. La nostra è una realtà particolare: abbiamo un gioco al quale possono partecipare soltanto le donne e una minestra, la “minestra degli uomini”, che invece viene preparata e cotta soltanto dagli uomini del paese. Abbiamo poi la “Festa del bon vin”, che è il momento principale d’incontro tra il gioco tradizionale e i prodotti tipici del territorio. Crediamo molto nel recupero della tradizione popolare e proprio a questo proposito stiamo lavorando ad un progetto locale nuovo, che presenteremo in autunno. Nell’area del basso Piemonte, dalla Val Tanaro al Monferrato, siamo andati a scovare vecchi giochi popolari, che saranno “recuperati” e abbinati a piatti tipici dei posti di provenienza».