Fare cultura, contro la crisi. Quella di “Funamboli”, il Festival monregalese dell’Associazione “Gli Spigolatori”, è una semina. Certo, non a crescita immediata. «Ma se siamo davanti a un’epoca in cui le “crisi” sono ovunque – ha detto Valentina Sandrone, direttrice del Festival –, fra crisi economica, crisi di valori, crisi climatica e ambientale, forse è segno che ci troviamo di fronte a qualcosa che affonda le sue radici, o meglio i suoi tentacoli, in una crisi culturale che fa gioco a molti. E allora, oggi, “fare cultura diventa un atto rivoluzionario”, come diceva don Andrea Gallo». Queste le parole la sera di lunedì 22 maggio, esattamente a 10 anni dalla morte del prete degli ultimi. Una figura nota ben oltre la sua Genova, ma in tutta Italia: scomodo, anzi scomodissimo, perché «in direzione ostinata e contraria».
A parlare di don Gallo c’erano, in sala Scimè, il vignettista Vauro Senesi e il giornalista e insegnante Alex Corlazzoli. «Don Gallo, innanzitutto, era un prete: e questa è una parola fondamentale per definirlo – ha ricordato Vauro, grande amico di don Andrea –. Perché lui “ci teneva” a essere prete. Per lui era la cosa più importante. Costantemente in tensione dialettica con la gerarchia, certo, ma profondamente convinto del senso della Chiesa». Il “prete degli ultimi”, il “prete antifascista” che cantava “Bella Ciao” con la chitarra: «Ma per lui l’antifascismo non era una questione “di sinistra”: significava, prima di tutto, anti-conformismo. Perché non bisogna dimenticare che è così che il fascismo, in Italia, crebbe: non tanto grazie all’adesione fideistica e convinta, ma col conformismo. Con l’atteggiamento di chi, un poco alla volta, si adeguò pensando che in fin dei conti “andava bene così”». Corlazzoli ha chiesto a Vauro: cosa direbbe oggi don Gallo, se fosse ancora vivo, dello scenario attuale? «Non ho dubbi: direbbe “no alle armi”. Non esiste arma che sia prodotta per un fine diverso da quello di far male e uccidere. Direbbe quello che dice papa Francesco. Chissà… forse era preveggente».
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Dopo aver ascoltato Vauro Senesi e padre Alex Zanotelli (che è stato al Festival la sera di martedì 23 maggio, ne parleremo la prossima settimana), l’Associazione “Gli Spigolatori” è pronta a ospitare sul palco della kermesse monregalese gli scrittori Franco Arminio e Franco Faggiani. Il celebre poeta paesologo campano dialogherà con i giornalisti Alex Corlazzoli e Arianna Pronestì su come raccontare un paesaggio che cambia attraverso la letteratura e presenterà in questa occasione il suo nuovo libro, Sacro Minore. Appuntamento alle ore 18 presso il Museo della Ceramica di Mondovì (piazza Maggiore 1). Franco Faggiani, scrittore milanese, sarà invece ospite del Festival “Funamboli” sabato 27 maggio alle ore 17.30 in un appuntamento durante il quale presenterà il suo libro “L’inventario delle nuvole”. L’appuntamento, che si terrà presso la Sala della Stazione di Valle della Funicolare di Mondovì, vedrà la partecipazione del giornalista Gabriele Gallo, esperto di montagna e coordinatore delle “Alpi del Sole”. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti. Alla luce dei posti limitati, è consigliata la prenotazione su Eventbrite o via mail a mostre@festivalfunamboli.it. Per info. www.festivalfunamboli.it.