Nasce dal ritrovamento di un piccolo diario, appartenente al bisnonno, e da quella che è ben più di una passione, il nuovo “corto” realizzato dal carrucese Samuele Filippi. Ha solo 19 anni (e la Maturità da dare a breve al Liceo “Vasco Beccaria Govone” di Mondovì, indirizzo scientifico sportivo), ma ha già avuto comunque modo di farsi notare e applaudire.
Al Festival cinematografico “Amicorti” di Peveragno il suo lavoro sul pilota Nicola Dutto (“Drive to live”) ha vinto il premio speciale e fatto incetta di complimenti. Un anno dopo, l’aspirante regista locale si è rimesso dietro alla telecamera per coordinare quello che vuole essere il suo «biglietto da visita» per il suo futuro professionale nelle Scuole del settore. Lo fa valorizzando una storia tutta carrucese e a lui molto vicina. «Ad agosto ho letto questo diario scritto dal mio bisnonno Giovanni (il papà di Dino Filippi, ndr) risalente ai tempi della seconda guerra mondiale. C’era da sempre ed è stato naturale utilizzarlo per la mia idea. La storia è ambientata tra il 1944 e il ’45 ed è incentrata su un lutto, ma preferisco non scendere troppo nel dettaglio. Posso dire che avrà una durata di circa cinque minuti e che sicuramente, terminata la fase di montaggio, verrà proiettato in teatro a Carrù».
Anche perché il progetto è stato sposato in pieno dal Comune, che lo ha in parte finanziato, e dalla due Compagnie di teatro del paese: la Nuova Filodrammatica per quanto riguarda la parte operativa e i ragazzi degli Once Upon a Time nell’atto creativo-artistico, in particolare grazie ai fratelli Enrico e Marco Scarponi che hanno collaborato nella stesura della sceneggiatura. Le riprese sono state effettuate a cavallo tra il 1° e il 2 giugno a Carrù e Camerana, con il supporto di alcuni componenti di una troupe dal Torinese. Gli attori arrivano tutti dalle nostre parti: la maglianese Miriana Turco (degli “Once Upon a Time”), il carrucese pluripremiato Massimo Torrelli (anima della “Filo”), il piccolo Nicola Chiecchio di Carrù e il professionista villanovese Giacomo Vassallo.
«Il cinema per me rappresenta una “passione evoluta”», spiega Samuele Filippi. «Da quando avevo 10 anni ho iniziato a sviluppare questo interesse e mi son detto che oltre a vederli mi sarebbe piaciuto fare i “miei” film. Il sogno è trasformarlo in un lavoro nel futuro. Non è semplice, richiede esperienza e io non ne ho ovviamente tantissima, ma questo progetto vuol andare proprio in questa direzione».