I nodi da affrontare nei territori. “Camminare insieme”, superando campanilismi

La riflessione con il vescovo che ha ringraziato i sindaci dei paesi che l’hanno accolto nella visita pastorale alla Zona di Ceva.

Con un sincero grazie ai sindaci ed amministratori dei Comuni in cui si è svolta e conclusa la visita pastorale nella ampia Zona di Ceva, per l’invito accolto, il vescovo mons. Egidio Miragoli – venerdì sera in Casa “Regina Montis Regalis” al Santuario – ha introdotto una riflessione in termini essenziali e diretti, per un dialogo fruttuoso, aperto a tutti. «Il nostro incontro non può ignorare il velo di tristezza che ci avvolge a motivo del vuoto che stasera percepiamo: l’assenza di don Aldo Mattei – ha detto il vescovo –. Erano numerose le comunità dell’Alta Val Tanaro a lui affidate, un carico di lavoro e di responsabilità notevole; ma soprattutto risaltava la sua personalità di uomo e di sacerdote convinto, generoso, schietto e operoso. Lo ricordo, in particolare, nei giorni dell’alluvione, nei giorni della recente visita pastorale, e infine, nelle tre celebrazioni a Valsorda a fine maggio - primi di giugno. Una presenza discreta e umile che attraversava le comunità della valle creando legami e risolvendo i problemi. La nostra Diocesi e io personalmente gli siamo profondamente grati per la sua testimonianza; ma mi è facile pensare che anche diversi di voi avessero legami di stima o amicizia con lui. Ci manca stasera e ci mancherà ancora di più in avvenire. Intanto grazie per la vostra partecipazione al lutto della Diocesi e delle parrocchie».
«Come già ho avuto modo di dire, a conclusione della visita pastorale, sentivo l’esigenza di un incontro finale anche con i rappresentanti delle Amministrazioni locali. Il motivo ispiratore è stata l’esigenza di un grazie concreto, ufficiale, a tutti. La visita pastorale è uno strumento di governo ecclesiale ed è rivolta per sua natura alla comunità cristiana; da parte mia, tuttavia, giungendo nelle varie comunità mi sembrava doveroso almeno un gesto di cortesia, un saluto ai Sindaci e alle Amministrazioni locali. In realtà l’iniziativa è andata ben al di là delle aspettative: con accentuazioni diverse, ma tutte significative, l’incontro si è tramutato in ospitalità nella sala consiliare, in dialogo e racconto delle realtà locali e dei progetti, fino a momenti di convivialità, a volte di confidenza. Per non parlare degli omaggi di prodotti tipici e di pubblicazioni di storia locale».
«Il grazie si estende poi a tutto il vostro lavoro di amministratori. Con qualcuno di voi penso di aver già detto che quando giunsi a Mondovì mi parve a prima vista strana la moltiplicazione dei Comuni del territorio, alcuni dei quali davvero piccoli, con il rischio di poca vitalità o possibilità di ricambio. Ebbene, in parte ho modificato il mio pensiero. Se è vero che in alcuni casi l’unificazione potrebbe essere una ipotesi da valutare (so che è terreno minato, ma perché non dedicare a priori almeno un confronto tra voi, valutando pro e contro?) in tanti casi la presenza di un Sindaco garantisce un’attenzione al piccolo territorio, inteso come ambiente e persone, che ben difficilmente potrebbe essere garantita. Grazie dunque anche per esservi messi in gioco, a servizio delle nostre comunità. Per questo vostro impegno quotidiano non può che esserci l’apprezzamento più sincero con l’incoraggiamento a mettercela tutta per dare vitalità e speranza alle nostre comunità, ricordando l’espressione coraggiosa e esigente di san Paolo VI quando affermava che “la politica per il bene comune è la forma più alta di carità”. Insomma siete su una frontiera che vale, nel servizio feriale alle persone di cui siete i “primi cittadini”».
«Ma vi è anche un secondo motivo sotteso a questo incontro: farvi incontrare e lasciarvi ancora un pensiero di riflessione e magari offrire la possibilità di confronto, alla luce di quanto ho conosciuto e intuito. Grazie alla incoraggiante accoglienza, nei momenti insieme trascorsi della visita pastorale abbiamo avuto modo di condividere direttamente i problemi delle realtà che compongono il territorio, in cui siamo chiamati - con attenzioni diverse - a spendere la nostra responsabilità e la nostra missione. Innanzitutto ho ammirato l’impegno speso nelle nostre comunità, sia a livello religioso (dai sacerdoti) che civile (dai sindaci). La visita pastorale ha posto innanzitutto l’attenzione sulle nostre parrocchie che sono radicate appunto su un territorio preciso, con i suoi connotati che incidono sempre anche nella dimensione umana e sociale. Le parrocchie hanno un loro volto, forgiato da una lunga tradizione religiosa; oggi vivono fatiche e difficoltà specifiche per il cammino di fede (si pensi, ad esempio, alla crisi vocazionale che priva tanti paesi della presenza in loco del sacerdote, o alle tracce marcate di indifferenza religiosa), ma anche difficoltà più materiali, quali la gestione delle strutture e dei beni culturali, un numero non sufficiente di collaboratori laici con specifiche competenze e disponibili. Nonostante queste difficoltà i sacerdoti si dedicano, e le parrocchie, ovvero i fedeli insieme ai loro sacerdoti, continuano a condividere le gioie e i dolori di tutti, in un rapporto quotidiano e concreto fatto di solidarietà e vicinanza».

L'intervento del presidente della Provincia e sindaco di Mondovì, Luca Robaldo

Segnalerei due aspetti concreti. Prendeteli come suggerimenti
«Nell’incontro con voi sono emerse esigenze comuni di cui mi faccio portavoce. Esigenze comuni…che richiedono sinergia e collaborazione tra comuni vicini. a) Penso a determinati servizi che ben distribuiti tra Comuni vicini, senza doppioni inutili, ma sostenuti insieme possono essere estremamente utili per la gente. In tal modo un territorio più o meno grande come una valle potrebbe avere – se non tutti – molti servizi, quei servizi che sono importanti per “trattenere” la gente sul territorio. b) Penso ad un’agenzia comune che sponsorizzi il territorio nel suo insieme. Il territorio ha delle potenzialità. Occorre farlo conoscere senza timidezza, ovvero avere consapevolezza di quanto si possiede, ma poi valorizzare in modo professionale e adeguato ai tempi».
Nel dialogo è intervenuto il sindaco di Garessio, Ferruccio Fazio, che ha condiviso il grande dolore per la scomparsa di don Aldo Mattei, ricordando la sua presenza tra i giovani e sollecitando a prendersi in carico le attese delle nuove generazioni nei nostri territori. Quindi il sindaco di Ormea Pier Giorgio Ferraris ha rimarcato le difficoltà cui si va incontro per le urgenze poste dalle aree montane, ma sottolineando l’esigenza di una sinergia entro il quadro complessivo del Monregalese, coinvolgendo i primi cittadini su obiettivi comuni.
Il presidente della Provincia, nonché sindaco di Mondovì, Luca Robaldo ha ribadito la complessità delle situazioni locali in cui possono maturare anche fratture forti, ma in cui si intravedono possibilità di collaborazione intercomunale, citando l’esempio delle valli del Saluzzese, credendo nella scelta di portare avanti le responsabilità insieme, senza penalizzare nessuno ma tenendo conto delle peculiarità delle varie realtà. Ed ha passato in rassegna i nodi della sanità con gli ospedali sul territorio e con le Case di comunità da far decollare, la necessità che i centri di fondovalle a cominciare da Ceva (con Mondovì, rispettivamente) abbiano il loro ruolo trainante (nella logica della “Metro-montagna”), citando il capitolo delle risorse da Pnrr e non solo… E di fronte alle difficoltà reali, non arrendersi, ma avviare almeno una riflessione in cui tutti, a partire dai Comuni più piccoli, si sentano valorizzati. Non è mancato un cenno alla parola problematica e delicata di “unificazione” su cui essere attenti e magari coraggiosi.
Il vicario generale don Flavio Begliatti ha quindi citato un’urgenza che si fa evidente, là dove il territorio non è curato e i nostri siti dal grande valore naturalistico rischiamo di restarne segnati in negativo. Per essere attrattiva la nostra terra deve presentarsi curata ed accogliente, nelle piccole cose che lasciano un’impressione accattivante o meno.
La vice-sindaco di Montaldo M.vì, Natalia Viglietti, ha ringraziato il vescovo della presenza nei paesi con l’attenzione alle realtà umanamente più nascosto, andando a sostare nelle case dei malati e degli anziani. Ed ha indicato come la collaborazione interparrocchiale tra comunità cristiane piccole possa funzionare con il coinvolgimento di chi è disponibile
Insomma un incontro che si è prolungato poi nel corso del cordiale apericena in cui i nodi al pettine sono tornati, in un clima di positività e di apertura d’animo.

I sindaci presenti in sala
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