Era davvero lì, nei boschi sopra Torre Mondovì, dove lo hanno cercato per due giorni e due notti. Un'operazione complessa, l'hanno descritta il colonnello Giuseppe Carubia, comandante provinciale dei Carabinieri di Cuneo, e il comandante della Compagnia di Mondovì, il tenente colonnello Ambrosino Tala. Ricerche senza sosta, per due giorni e due notti. All'alba del terzo giorno, eccolo: catturato nei boschi, in una zona lontana chilometri dalle case, sulla panchina di una chiesetta così nascosta che si nota solo quando ci si arriva. Sentieri da boscaioli, terra di cacciatori.
E infatti è così che i Carabinieri lo hanno trovato: grazie al supporto dei cacciatori delle vallate. Gente del posto, che conosce ogni metro di quelle zone. Quando lo hanno individuato, tre cacciatori hanno guidato i militari verso la piccola chiesa di San Bernardo: quattro o cinque chilometri sopra borgata Sant'Elena, fra castagni ed essicatoi. Sacha Chang era nudo, stremato. Non ha opposto alcuna resistenza. Non ha detto nulla: nemmeno una parola. Ha anche rifiutato l'acqua che gli era stata offerta. Dopo 48 ore nei boschi, in fuga dopo aver ammazzato a coltellate il padre, Chain Fa Chang (65 anni), e poi l'amico di famiglia che li ospitava a Montaldo, Lambertus Ter Horst (60 anni).

L'omicidio. «Ora è stata emessa l'ordinanza di arresto per il duplice omicidio nei confronti del 21enne, Sacha Chang - ha dichiarato il colonnello Carubia poche ore dopo la cattura, in conferenza stampa -. Il fatto è avvenuto utilizzando un grosso coltello da cucina». Il 21enne ha ucciso il padre dentro casa, in camera da letto. Le valige erano già pronte per il viaggio di ritorno in Olanda. Poi ha assalito il medico, intervenuto verosimilmente a salvare l'amico. Il proprietario di casa era scappato in strada, urlando per chiedere aiuto, ed è stato raggiunto dal giovane che lo ha nuovamente accoltellato. È morto poco dopo, mentre l'elisoccorso del 118 cercava di portarlo al CTO di Torino. «Dopo, l'indiziato si è dato alla macchia sfruttando la vegetazione folta. Un'operazione complessa: l'area che abbiamo dovuto perlustrare era molto ampia, con notevoli dislivelli nei 7 km da Torre e Montaldo. Un'area con lupi e cinghiali, densamente boschiva. È stato molto importante il supporto aereo»
Il primo avvistamento. «Il primo avvistamento è avvenuto giovedì, a 600 metri di altezza. Oggi Sacha Chang era oltre mille metri di quota. Un nostro carabiniere era venuto a contatto fisicamente già ieri con il soggetto, il quale però era riuscito ad allontanarsi divincolandosi. Un po' come quando si segna un gol e viene annullato dalla Var».
E poi, il ritrovamento: «Oggi abbiamo inviato un maresciallo e tre carabinieri del comando di Cuneo per raggiungere questo obiettivo in zona, col supporto di conoscitori d'area (i cacciatori, ndr). Il soggetto era adagiato su una panca, stava dormendo, sfinito. Gli abiti non sono ancora stati ritrovati. Ieri ci sono anche state precipitazioni: probabilmente li aveva tolti perché erano inzuppati. Non ha reagito, ha continuato a dormire. Anche ieri, quanto è stato intercettato, ha solo cercato di scappare. Non ha detto nulla, neanche al nostro maresciallo che parla olandese. Abbiamo attivato la cooperazione internazionale di Polizia e già parlato con i famigliari».
La famiglia di Lambertus Ter Horst, il medico 60enne vittima del duplice omicidio, ha rilasciato alcune parole ai media olandesi: «Siamo sollevati dal fatto che il sospettato sia stato arrestato e speriamo che ciò permetta di fornire al più presto rapide risposte alle naturali domande su questa tragedia». La figlia e i tre figli maschi sono arrivati a Mondovì.
Le ricerche. «Abbiamo impiegato un dispositivo massiccio: in totale più di 200 carabinieri in 24 ore, a cui voglio rivolgere il mio grazie. Con nuclei cinofili ed elicotteri da Pisa e Albenga. Ulteriori elementi per l'arresto sono stati ricavati dal materiale sequestrato dall'abitazione e dalle testimonianze dei vicini. Sono in corso altri accertamenti. La priorità era catturare Sacha Chang per assicurarlo alla giustizia, ma anche per salvargli la vita. Per quanto riguarda le condizioni di salute mentali del 21enne, non abbiamo elementi di nessun tipo. Ora si trova presso l'Ospedale di Mondovì. Si sta rigenerando. In giornata sarà trasferito al carcere di Cuneo».
