È prevista la custodia nel carcere "di competenza territoriale" per Sacha Chang. Il 21enne olandese, arrestato ieri, era stato portato all'Ospedale di Mondovì. Era sfinito, senza vestiti. Se non fosse stato ritrovato nella mattinata di venerdì, dopo le due notti di fuga nei boschi della val Corsaglia sarebbe probabilmente morto di stenti. «La priorità era catturarlo, per assicurarlo alla giustizia ma anche salvargli la vita», ha detto il comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Carubia, presente sul posto a coordinare le complesse operazioni di ricerca.
Il giovane non ha voluto parlare con i militari, che pure gli hanno messo a disposizione un maresciallo italiano di lingua olandese. Ha pure rifiutato la bottiglietta d'acqua. Inizialmente lo hanno portato con l'ambulanza all'Ospedale di Mondovì. Qui è stato visitato e rifocillato. Per quanto riguarda l'altro tema, quello delle sue condizioni di salute mentale, da quanto raccolto dai Carabinieri non si hanno ad ora elementi per confermare l'esistenza di patologie di natura psichiatrica. La notizia di "problemi psichici" si era diffusa fin da subito dalle testimonianze di amici e vicini alla famiglia del medico e dell'insegnante uccisi.
Ora spetta alla Procura comprendere e analizzare la situazione a fondo. Al vaglio la disposizione della perizia psichiatrica. Il comportamento anomalo di Sacha, arrivato col padre insegnante solo qualche giorno prima della tragedia a Montaldo, non era passato inosservato. Il giovane non parlava, se ne stava sempre rinchiuso in auto o in stanza. Alle domande dei vicini, Bert, il padrone di casa, aveva detto forse tentando di minimizzare che il ragazzo aveva avuto «un esaurimento, in seguito alla rottura con la fidanzata».
Nel pomeriggio del giorno successivo a Ferragosto, scoppia un litigio con il padre, Haring Chain Fa Chang. Sacha va a prendere un coltello in cucina e lo aggredisce in camera. E poi si scaglia, inseguendolo fino in strada sotto la pioggia scrosciante, su Lambertus Ter Horst intervenuto verosimilmente a difendere l'amico. Non si salva nessuno. Una tragedia immensa per un paese da 600 abitanti, capace in questi mesi di raddoppiare la popolazione grazie proprio all'apporto dei turisti e stranieri innamorati di questa fetta di mondo incastonata tra le vallate monregalesi.