È un inedito quasi assoluto, l’intervento che il presidente di Mondo Acqua Pier Carlo Pellegrino ci ha inviato “in replica” agli interventi politici delle minoranze sul problema di “acqua torbida” riscontrato nei giorni di Ferragosto. Una presa di posizione che, nei fatti, va ben oltre il tecnico ed entra nel politico. E, nello specifico, sembra replicare proprio al Centrodestra e in particolare a Enrico Rosso, assessore ai Lavori pubblici ai tempi di Viglione. Infatti Pellegrino giudica «poco giustificabile» e addirittura «non accettabile» l’intervento di chi «ha in passato fatto parte di tornate amministrative in posizioni di responsabilità» e che ha «la memoria talmente corta da non ricordare, o non voler ricordare la situazione infrastrutturale» dell’acquedotto, «cavalcando in questo modo gli argomenti al fine di ottenere una visibilità momentanea». Insomma: la risposta all’interrogazione l’ha praticamente data il presidente di Mondo Acqua.
«Le interrogazioni, laddove animate dal desiderio di una corretta informazione, della conoscenza dei problemi oggettivi e delle possibili soluzioni, sono perfettamente legittime e comprensibili – scrive Pellegrino – ed anzi di aiuto nell’approfondimento e nella valutazione di una situazione cittadina che tocca e riguarda la collettività. Eventi meteorici di particolare violenza in Alta Valle Ellero, non percepiti a Mondovì dai più, hanno messo in difficoltà un sistema di approvvigionamento idrico che ha limiti strutturali conosciuti, che risale alla fine dell’800 e, pur rappresentando all’epoca una pregevolissima opera complessiva, ha delle manchevolezze pratiche che risiedono espressamente nella vulnerabilità della risorsa. In tempi recenti Mondo Acqua ha avviato progetti onerosi ed importanti, fermi da molto tempo, allo scopo di affrancarsi progressivamente dai dreni posti in località Dho ed avere una risorsa idrica qualitativamente migliore, più stabile e meno vulnerabile ad eventi atmosferici. I provvedimenti prudenziali messi in atto a tutela della cittadinanza, quando presi, hanno tempi tecnici che non si risolvono in uno schiocco di dita; per la verifica dei campionamenti occorrono almeno 48 ore, per più campionamenti successivi sono necessari minimo quattro giorni». Fin qua, la parte “tecnica”. Ma poi Pellegrino aggiunge: «Poco giustificabile, a questo punto, è chi, avendo in passato fatto parte di tornate amministrative in posizioni di responsabilità, abbia la memoria talmente corta da non ricordare, o non voler ricordare (o peggio ignorare completamente) la situazione infrastrutturale acquedottistica che ben dovrebbe conoscere, che è oggetto di discussioni e dibattiti per il suo rinnovamento da più di trent’anni e che, in passato, è stata foriera di problemi analoghi e diversi ma che, a fronte degli investimenti onerosi e necessari, è stata sottaciuta e accantonata per tempi migliori; fino a quelli attuali. Cavalcare in questo modo argomenti che pur hanno una loro concretezza senza il minimo amore per la sostanza del problema al fine di ottenere una visibilità momentanea, non è francamente accettabile».
E infine: «Quanto all’eventualità che fenomeni meteorici di particolare intensità possano ripetersi, la risposta è lapalissiana: la cosa è sotto gli occhi di tutti, come dimostrano eventi alluvionali di pochissimi anni fa che hanno addirittura completamente distrutto condotte idriche e strade di accesso in alta Valle Corsaglia; opere di grande impegno ad oggi completamente ricostruite dall’Azienda, senza troppa enfasi giornalistica, che hanno dato un grande apporto nei momenti di difficoltà di approvvigionamento idrico e continueranno a farlo per il futuro».