La Novena sta per giungere al termine: nelle ultime due serate l'intervento è affidato al biblista don Patrizio Rota Scalambrini. Martedì sera il sacerdote ha tenuto un particolareggiato commento della lettura.
«Nel Vangelo c'è questo racconto così denso, molto teologico. Giovanni in questi quattro cinque versetti inserisce tutto: il mistero pasquale del Signore, fonte dello spirito, principio della nuova creazione, il principio del perdono. Giovanni fa questa contemplazione teologica del mistero. In modo più descrittivo ci racconta qualcosa dello spirito. Allora ritornammo a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. Gli apostoli erano assidui della preghiera con le donne e con Maria. Questa scena molto utilizzata della Liturgia e della iconografia cristiana. Ricordate che il Vangelo di Luca inizia al Tempio? L'episodio invece che abbiamo ascoltato avviene in una casa. Anche qui la comunità è al tempio ma poi si trova in una casa, in questa casa scenderà lo spirito. Qual è la via di fuga? quello che Luca vuole fare capire è che la comunità deve essere una famiglia. Una comunità che fa memoria continua di quello che Gesù ha fatto, del dono di sé». Don Rota Scalabrini si sofferma anche sull'importanza della chiesa come una comunità. «Non dimentichiamo che San Luca è l'evangelista della preghiera, in tutti i passaggi fondamentali della vita di Gesù annota la preghiera. La chiesa deve essere un luogo di fraternità. Luca ha riportato i nomidegli apostoli presenti, ed è bello questo elenco. Ognuno è parte di questa comunità, con i suoi limiti, le sue risorse e le sue debolezze. Agli occhi di Dio è tutto importante. Ognuno riceve un dono. Anche la persona che ti sembra la più povera».
L'ultimo appuntamento della Novena è previsto questa sera alle 20.30, ancora con le parole del biblista don Rota Scalambrini.