Coca Cola in Piemonte nel 2022 ha generato 37 milioni di euro

Lo afferma uno studio realizzato dalla Bocconi, dedicato all'impatto dell'azienda sul Piemonte, dove sono attivi i due stabilimenti di Roccaforte e Gaglianico

Lurisia, dubbi sul futuro azienda

Secondo una ricerca svolta da da SDA Bocconi School of Management relativa all'impatto socio-economico di Coca-Cola in Italia (che presenta un focus specifico sul Piemonte - regione che ospita il sito produttivo Lurisia di Roccaforte di Mondovì (CN) e lo stabilimento CCH CicrularPET di Gaglianico (BI) interamente dedicato alla produzione di preforme in 100% PET riciclato)  nel 2022 ammontano a 37 milioni di euro (pari allo 0,03% del PIL regionale) le risorse generate e distribuite agli attori principali dell'economia regionale sotto forma di stipendi, acquisti di beni e servizi, investimenti, imposte e contributi. In termini di risorse complessive distribuite a famiglie, imprese e Stato e per l'impatto occupazionale complessivo che genera, Coca-Cola si conferma la prima realtà nel settore delle bibite e delle bevande in Italia.

L'azienda ha divulgato i risultati di questo studio, da cui risulta che, a livello occupazionale, in Piemonte Coca-Cola crea direttamente e attraverso il suo indotto 3.011 posti di lavoro (lo 0,2% degli occupati totali all'interno della regione), con un totale di oltre 6.300 persone che beneficiano - parzialmente o totalmente - dai redditi di lavoro generati (direttamente e indirettamente) da Coca-Cola. Secondo i dati di SDA Bocconi School of Management, ad ogni posto di lavoro dipendente diretto corrispondono oltre 41 posti di lavoro totali in Piemonte.

 Lo scenario ipotetico di un mancato impatto economico di Coca-Cola in Piemonte si tradurrebbe perciò a livello occupazionale in un aumento del numero dei disoccupati pari al +2,4.

I dati di SDA Bocconi mettono anche in evidenza il forte legame che unisce Coca-Cola al contesto regionale piemontese, in particolare attraverso la rete di fornitori, rappresentati per il 16% da grandi imprese, per il 27% da medie imprese, per il 46% da piccole imprese e per il 10% da micro imprese.

«La ricerca SDA Bocconi evidenzia come Coca-Cola sia più piemontese di quanto si possa immaginare, a cominciare dalle persone che ogni giorno lavorano con noi, nei nostri stabilimenti e nella forza vendite, e che ci permettono non solo di soddisfare i gusti dei nostri consumatori, ma soprattutto di contribuire alla crescita di tutto il territorio" dichiara Giangiacomo Pierini, Corporate Affairs & Sustainability Director di Coca-Cola HBC Italia "Qui continuiamo ad investire anche nel solco dell'innovazione e della sostenibilità, come dimostra la recente riapertura dello stabilimento di Gaglianico, contribuendo così a sostenere l'economia di una regione con una forte vocazione d'impresa». 

Gli investimenti nel percorso verso un'economia sempre più circolare

La strategia globale di lungo periodo "World Without Waste", lanciata da Coca-Cola nel 2018, ha l'obiettivo di lavorare sull'intero ciclo di vita degli imballaggi, dalla progettazione e fabbricazione fino al loro riciclo. Coca-Cola è stata la prima azienda di bevande analcoliche a introdurre sul mercato italiano una bottiglia in 100% rPET (PET riciclato) e dal 2023 sono realizzate con questo materiale tutte le bottiglie in PET dell'intero portafoglio di bibite. Un traguardo reso possibile anche grazie alla riapertura della fabbrica di Gaglianico di CCH CircularPET, un polo di eccellenza in innovazione e sostenibilità ambientale, con tecnologie pioniere in Europa per la lavorazione del PET riciclato che, con oltre 30 milioni di euro di investimento, da stabilimento di imbottigliamento dismesso è stato riconvertito in un impianto innovativo capace di trasformare fino a 30.000 tonnellate di PET all'anno in nuove bottiglie in 100% PET riciclato.

Dopo il via libera dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) lo stabilimento è ora in grado di implementare anche la fase iniziale della produzione delle preforme, utilizzando le tecnologie di cui è a disposizione per trasformare le scaglie di PET riciclato, che arrivano in fabbrica come materia prima seconda non ancora idonea all'uso alimentare, in resina di rPET adatta al contatto con gli alimenti.

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