«Il Consiglio di Gestione di Egea, esaminato le offerte ricevute, ha deliberato di proseguire nelle interlocuzioni dirette con IREN che è ritenuto, allo stato, "preferred bidder"». Signifdica: l'offerta migliore. È scritto in una nota ufficiale di Egea , emessa stamattina venerdì 29 settembre. La società albese sceglie dunque di andare avanti con la trattativa per farsi acquisire dal gruppo torinese. Formalmente, senza chiudere le porte alla società americana che aveva presentato un'offerta («In coerenza con quanto previsto dalla procedura, non configurandosi allo stato attuale un rapporto di esclusiva, il Consiglio di Gestione ha anche ritenuto di consentire a DK/Thaleia, qualora lo ritenesse, di completare la propria offerta entro il prossimo 27 ottobre»), ma indicando comunque la strada verso cui si muoverà.
In una prima fase, erano tre i soggetti interessati ad acquistare la quota di maggioranza della società albese, che lavora nel campo dei servizi, energia e acqua: per prima la milanese A2A che aveva formulato un'offerta non vincolante lo scorso marzo, poi la multiutility torinese Iren e in fine Thaleia/DK, tramite il fondo Davidson Kempner Capital. A2A era uscita dalla partita dopo le indagini su falso in bilancio che avevano coinvolto Egea e sul tavolo erano rimaste due offerte: «Entrambe giunte nei tempi prestabiliti - dichiarava una settimana fa, in una nota, l'ing. Paolo Pietrogrande, consigliere delegato Egea -, fatto che conferma l’interesse nei confronti della nostra azienda». Ricordiamo che il Comune di Mondovì è diventato ufficialmente socio di Egea dal dicembre 2022, avendo acquisito 15 azioni della società.
Sulla vicenda era intervenuto, e senza mezzi termini, l'ex sindaco di ALba e consigliere regionale Maurizio Marello: «Ci sono due offerte, Iren ed il fondo estero DK: da una parte un partner industriale e multiutility del nord ovest, dall'altra un fondo dai tratti speculativi. Questi i contendenti. Veniamo da settimane in cui i soci pubblici, ma anche i privati (al netto della famiglia Carini che detiene la maggioranza) non hanno proferito parola. Eppure la partita in gioco è di quelle che fanno tremare i polsi. Milioni di debiti; fornitori che attendono da mesi; 1500 dipendenti che non sanno del loro destino. Soci pubblici (50 comuni con Alba capofila) e privati che rischiano di perdere tutto. Un indotto che vive nell'incertezza. Migliaia di cittadini e imprese che sono utenti di Egea per luce acqua, gas e riscaldamento. Eppure tutti zitti. Che cosa ne pensano i soci pubblici, il sindaco di Alba Carlo Bo, il presidente del consiglio di sorveglianza Giuseppe Rossetto, il governatore del Piemonte Alberto Cirio? Non è dato di saperlo. Spero non serva il tracollo definitivo della situazione per uscirne. Mi preoccupa il futuro dei dipendenti e dei fornitori».