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80 anni fa salvarono l'imprenditore ebreo monregalese

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«Ogni giorno, ogni giorno, mia mamma ci ripeteva: ste mac cite!». State zitte. Lo ricorda anche oggi Giovanna Castagino, che all'epoca aveva sette anni. Quando la mamma Maria Vinai accettò di accogliere in casa quell'uomo, giovane, che non aveva colpe ma che i soldati volevano ammazzare perché ebreo. «Ogni mattina, quando andavo a scuola, la frase tornava sempre: stè cite». Lo diceva a lei e alle sue sorelle. Perché nessuno doveva sapere che in casa Castagnino, nei boschi attorno a Mondovì, si nascondeva Marco Levi, l'industriale delle ceramiche. Lo nascosero per 18 mesi, salvandolo dalle persecuzioni razziste dei nazifascisti che rastrellavano le zone. Oggi, martedì 31 ottobre, a Mondovì è stato piantato un albero a fianco del monumento alla Shoah, nel giardino della Scuola Media "Anna Frank", per ricordare per sempre la famiglia Castagnino: «Che fece un gesto eroico - ha ricordato il presidente della Comunità Ebraica di Torino,...

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