Dentro la bellezza decadente dei “Battuti Neri” a Carrù

La storica Chiesa seicentesca di Carrù resta chiusa da tempo e rivive grazie alle foto di Lorena Durante

La notizia è che non ci sono notizie. La Chiesa della Confraternita dei Battuti Neri in via Roma a Carrù racchiude ancora dentro di sé una bellezza polverosa e decadente, che affonda le sue radici ai primi del ‘600. Ora giace chiusa e inutilizzata, quasi schiacciata sotto il peso degli anni. Nel 2022 ad entrarci era stata la carrucese Lorena Durante, che ne ha colto le varie sfaccettature e le ha raccontate in foto nell’ambito della mostra “Herem” dedicata proprio ai luoghi sacri abbandonati. È un argomento di discussione che di volta in volta torna in auge in paese. Tra il rammarico di vedere un pezzo di storia lasciato a se stesso e la consapevolezza del punto di non ritorno in cui il passato deve arrendersi al presente. «Visto quanto è bella, servirebbe salvarla», aggiunge proprio Lorena Durante. Gli ultimi utilizzi, di tipo culturale, risalgono ad inizio millennio. Ma quando vennero rimessi in sesto, con i soldi della Parrocchia, il tetto e il campanile si riscontrò una crepa lungo la volta presente probabilmente già da diverso tempo. L’intervento di completo recupero avrebbe richiesto quindi un esborso oneroso e, di concerto con l’allora Amministrazione comunale, si decise di dirottare le risorse verso i lavori più urgenti di restauro della chiesa parrocchiale. Allo stato attuale, l’impegno economico sarebbe nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro.

La tomba del Canosio… e il Carnevale dei Ragazzi

La Confraternita dei Battuti Neri affonda le sue radici in epoca illuminista e nasce per assistere i carcerati e i condannati a morte, in contrapposizione ai “Battuti Bianchi” che si occupano dei malati. All’interno della Chiesa si trova la tomba di famiglia dei potenti Alessi Conti di Canosio, arricchitisi grazie alla lavorazione della seta nel non lontano filatoio. L’interno è giocato su una decorazione a trompe l’oeil, fastosa ed esuberante, scaturita dal genio creativo di Nicolao Dallamano. E qui è ancora conservata la statua settecentesca della “Madonna del Carmine”, cui i carrucesi erano particolarmente devoti. Ma c’è un aneddoto più recente che sui libri d’arte non si trova. La Chiesa dei Battuti Neri, attorno agli anni ’60 del ’900, diventa il ritrovo dei ragazzi per le recite e i carnevali. Un giorno, fra uno spettacolo e l’altro, scoppia anche un piccolo incendio. Colpa della bravata di qualche bambino, che per fortuna si risolve senza grosse conseguenze. Qualcosa era ancora stato organizzato ai tempi in cui numericamente l’Associazione “Amici di Carrù” era più corposa. Poi però più nulla. Ora il suo unico ruolo è custodire, tra le propria mura, il presepe natalizio nei lunghi mesi di riposo prima della messa in mostra nella vicina parrocchiale. Un destino ben diverso rispetto a quello della Chiesa dei “Battuti Bianchi” in via Mazzini, che è diventata invece uno spazio virtuoso per mostre ed esposizioni.

 

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