La manutenzione dei corsi d’acqua, in relazione anche ai cambiamenti climatici, sta assumendo, negli anni, una rilevanza sempre maggiore. Lo sa bene la Regione Piemonte, che spesso interviene con finanziamenti mirati ai Comuni. Si punta a sovvenzionare operazioni di vario genere, destinate alla messa in sicurezza non soltanto dei fiumi “principali”, ma anche dei torrenti e dei cosiddetti “rii minori”: affluenti spesso dormienti, in secca, che però in caso di abbondanti piogge possono diventare molto pericolosi. A questo proposito, resta di indubbia attualità il grande progetto che, ormai quasi 10 anni fa, aveva portato alla mappatura delle criticità sui corsi d’acqua minori di 105 Comuni del Cuneese. Era il 2014 e il Comune di Dogliani guidato dall’allora Amministrazione del sindaco Franco Paruzzo, con Federica Abbona assessore alla Protezione civile, si poneva capofila di un’opera enorme e di grande utilità pratica (come appunto si sta vedendo) per il futuro. La regia operativa del maxi-progetto era stata affidata alla Protezione civile di Dogliani e al suo coordinatore, il geom. Gianni Picco, che avevano così avviato una ricerca su larga scala, raggruppando tutte le criticità in materia di rischio idrogeologico ed idraulico dei molti paesi interessati. Al termine di un lungo e particolareggiato lavoro di raccolta dati, grazie anche a numerosissimi sopralluoghi, il “progettone” era poi stato depositato alla Regione Piemonte e presso altre istituzioni a livello provinciale e nazionale, che sicuramente in questi anni ne hanno fatto tesoro, utilizzandolo magari anche da linea guida nella concessione dei finanziamenti.
Un lavoro fondamentale per la prevenzione delle calamità naturali
«La Regione, in questi anni, sta accordando spesso contributi ai Comuni per la messa in sicurezza dei rii minori di sua competenza – spiega Gianni Picco –. Segno che l’attenzione verso questa problematica è cresciuta molto, fortunatamente. In caso di forti piogge, infatti, ormai si è capito che la problematica maggiore viene proprio da quei corsi d’acqua in particolare. Realizzando la mappatura delle criticità dei 105 Comuni coinvolti, abbiamo svolto, a titolo volontaristico, una fondamentale azione di Protezione civile. Uno dei compiti primari della nostra organizzazione è infatti proprio quello di intervenire sulla prevenzione e sul monitoraggio dei rischi, che nel nostro territorio sono spesso legati all’idrogeologico ed idraulico».
Dal confine ligure all’Astigiano: un’area abitata da oltre 100 mila persone
La mappatura comprende un’area vasta e morfologicamente variegata. Si va dalle colline della Langa albese al Roero, passando ovviamente per l’Alta Langa e la Langa Cebana. Grande attenzione anche alla Val Tanaro e alla Val Bormida, per un territorio che “abbraccia” una porzione di Piemonte nella quale vivono oltre 100 mila abitanti, dal confine con la Liguria all’Astigiano. «A fianco della normale manutenzione e pulizia dei corsi d’acqua, che consentono di eliminare pericolosi sbarramenti naturali – conclude Picco –, servono infatti anche opere e infrastrutture, in grado di risolvere una volta per tutte alcune problematiche. Negli anni, proprio grazie ad una serie di sovvenzioni regionali, diverse di queste situazioni sono state sistemate. Ora è importante non fermarsi, continuando così, un pezzo alla volta».