Li avevano ribattezzati la banda dei “figli di Antonio”, perché come scusa per approcciare una delle loro vittime ricorrevano sovente a una frase: «Sono il figlio di Antonio, ti ricordi?». Poi, approfittando di un attimo di incertezza, uno dei due scendeva dal furgone e insisteva per lasciare una cassetta di frutta al vecchio “amico di famiglia”. Qualche chiacchiera affabile, il tempo di sfilare qualche banconota dal portafoglio del malcapitato passante e risalire sul Doblò, dandosi alla fuga insieme al complice. Con questo sistema la banda ha colpito in diversi centri...
Condannati i due “truffatori della frutta”, avevano colpito a Carrù e San Michele
I due erano membri di una banda di “trasfertisti” da Napoli