Sant’Albano, rifiuti pericolosi interrati in via Ceriolo dal 2003: «Chi sta monitorando?»

Preoccupazione in Consiglio comunale. Dopo l’interrogazione della minoranza, il sindaco Bozzano convoca una riunione con Asl, Arpa e Regione

Toni accesi tra maggioranza e minoranza, ancora una volta, in Consiglio comunale a Sant’Albano, nel pomeriggio di giovedì 18 gennaio. A tenere banco sono state specialmente le due interrogazioni presentate dall’opposizione del capogruppo Donatella Operti a fine dicembre. I consiglieri avevano chiesto all’Amministrazione di relazionare sulla situazione attuale del sito di via Ceriolo 30, classificato ormai dal 2003 come “area contaminata” da rifiuti pericolosi. «Quando ero sindaco – ha detto la dott.ssa Operti –, venni chiamata in Regione e fui informata del problema. Per bonificare l’intera area sarebbero serviti molti soldi, ma i fondi non c’erano. Così venne deciso di incapsulare i rifiuti pericolosi sottoterra, con una chiusura impermeabile. Furono poi creati dei pozzetti, per analizzare costantemente la situazione delle acque. Il problema non è quindi stato risolto, ma quella era l’unica soluzione percorribile: io non ero certo contenta». Antonio Calcagno, consigliere del gruppo autonomo, ha aggiunto: «Quello è considerato a tutti gli effetti un sito ad alto rischio, che va costantemente monitorato. Chi sta facendo ora i controlli periodici?». Il sindaco Giorgio Bozzano e il responsabile dell’Ufficio tecnico, il geom. Paolo Canelli, hanno spiegato che l’area è di proprietà privata, attualmente confiscata, e che il Comune non vi ha accesso. Per andare a fondo della vicenda, lo stesso primo cittadino ha quindi disposto la convocazione di Arpa, Asl e Regione, alla presenza anche della dott.ssa Operti: «Dobbiamo farci spiegare – ha detto – chi è il proprietario, chi deve controllare le acque, chi deve svolgere manutenzione e cosa è stato fatto finora».

Soggiorno per anziani: bisognerà risarcire la ex segretaria?
Con la seconda interrogazione si chiedevano invece chiarimenti sul Soggiorno per anziani “Ida Pejrone” e, in particolare, sulla “vicenda giudiziaria inerente l’allontanamento dal posto di lavoro della ex segretaria, avvenuto nel 2015, e alle conseguenze amministrativo-finanziarie per la Fondazione che gestisce l’Ente e per il Comune”. Il consigliere Calcagno ha aggiunto: «Se questa dipendente chiederà gli stipendi arretrati per 8 anni, è un problema che CdA e Comune dovranno affrontare. Si creerà una situazione di difficoltà anche e soprattutto per ospiti e dipendenti, quindi è necessario riunirsi e capire come affrontare il problema». Il sindaco Bozzano ha accettato la proposta di collaborazione, aggiungendo: «So che il CdA aveva già accantonato una cifra per far fronte a questa evenienza. Chiederò al presidente di partecipare al prossimo Consiglio comunale».

Il sindaco non si ricandida: entro aprile la Materna sarà pronta
Durante la seduta, discussione tra maggioranza, opposizione e gruppo autonomo anche sui punti riguardanti l’approvazione del bilancio di previsione 2024-2026 (che pareggia sulla cifra di 1 milione 952 mila euro) e su una variante al Piano regolatore. La minoranza ha chiesto numerosi chiarimenti sul bilancio, in particolare sulle voci riguardanti i fondi destinati all’attività sportiva, alle Associazioni e ai sostegni alle famiglie. Su richiesta del consigliere Calcagno, il sindaco ha poi esposto gli obiettivi per i primi mesi del 2024, in attesa delle future elezioni: «Sono giunto in scadenza e non mi ricandiderò – ha spiegato il primo cittadino –. Entro aprile si concluderanno i lavori di riqualificazione della Materna. Installeremo nuovi giochi per bambini a Ceriolo e Dalmazzi e ultimeremo la segnaletica orizzontale e verticale sul territorio comunale, dopodiché il nostro tempo sarà scaduto».

Dentis si amplia: «Ora serve un nuovo Piano regolatore»
Il geometra del Comune ha poi illustrato la variante al Piano regolatore, attuata su richiesta dell’impresa Dentis (che ha necessità di ampliare il sito produttivo), aggiungendo che le diverse patiche sono state inviate nei tempi previsti agli organi competenti, tra cui Asl e Arpa, le quali però non hanno risposto, quindi si è proceduto secondo la formula del “silenzio assenso”, come previsto dalla Legge. La dott.ssa Operti ha chiesto di sollecitare Arpa e Asl perché si esprimano invece sulla documentazione. Il consigliere Calcagno ha aggiunto: «Con questa variante non ci saranno più spazi a disposizione per altre aziende, fino a quando non ci sarà un nuovo Piano regolatore. Le prossime Amministrazioni dovranno mettere questo tema al primo posto tra le priorità, altrimenti lo sviluppo del paese sarà bloccato. Consideriamo che serviranno almeno 36 mesi per avere il nuovo Piano, dal momento in cui si inizierà a lavorarci su».

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