Ezio Raviola nominato nel Consiglio di Compagnia Sanpaolo

Pistoletto fondazione crc cuneo

Ezio Raviola, monregalese e attuale presidente della Fondazione CRC, va in Fondazione Compagnia Sanpaolo. È stato nominato oggi, giovedì 29 febbraio, nel Consiglio generale della Fondazione torinese. Uno scenario che si incastra in un "tris" - così l'abbiamo definito sul numero di ieri - di nomi che potrebbero portare Mondovì ad avere una serie di posizioni rilevanti negli anni a venire. Raviola è stato indicato all'unanimità da Unioncamere, di cui fa parte anche la Camera di Commercio di Cuneo il cui attuale presidente Mauro Gola è uno dei nomi in pool per la prossima presidenza alla CRC. C'è chi dà per sicuro anche un suo posto in Comitato di gestione.

Tre ruote, mille ingranaggi. Sono le Fondazioni bancarie in cui stanno ruotando le nomine, del tutto o in parte: CR Cuneo, CR Torino e Compagnia Sanpaolo. Non è un mistero per nessuno che queste sono le partite che contano. E a Mondovì in particolare. Perché, per una congiunzione di circostanze (che forse qualcuno ha calcolato da tempo), le tre costellazioni si stanno allineando. Tanto da rendere il gioco estremamente importante ed estremamente delicato. Soprattutto per la Fondazione cuneese per eccellenza: quella CRC. Dove a maggio scade il CdA che negli ultimi due anni è stato guidato da un monregalese, Ezio Raviola, e Cuneo smania per “riprendersi” il posto. C’è una doppia contesa in gioco: da un lato Federico Borgna, l’ex presidente della Provincia prima del monregalese Luca Robaldo. Dall’altra Mauro Gola, ex numero uno di Confindustria Cuneo e oggi presidente Camera di commercio Cuneo. Lunedì 26 febbraio, in Consiglio comunale a Cuneo, la sindaca di Cuneo, Patrizia Manassero, ha quasi letteralmente “tirato la volata” a Borgna: «Come forze di maggioranza – ha detto, rispondendo a un’interrogazione – ci siamo ritrovati su un programma amministrativo e, buttando un occhio sul futuro di un territorio più allargato, c’era una visione che guardava ad un profilo come quello di Borgna. Mandato che la maggioranza mi ha dato per lavorare come punto di partenza e per poter trattare con altri sindaci e altre forze della componente sociale». Si prefigura uno scontro: Gola godrebbe dei favore del mondo imprenditoriale, certamente legato al tessuto politico che deriva dal governatore regionale Cirio. Si va verso la spaccatura?
I dialoghi tra i sindaci ci sono davvero. Nella ventina di nomi che faranno parte del prossimo Consiglio generale della Fondazione CRC, otto dipendono da sei sindaci: Cuneo, Mondovì, Alba, Villanova Mondovì, Dronero e Canale. Alle tre città spettano due nomi a testa, ai Comuni più piccoli uno ciascuno. Robaldo, qualche settimana fa, li ha convocati tutti. Per stendere un “patto fra i sindaci” – lo hanno chiamato “piattaforma valoriale” – sulle nomine. Perché? Facile intuirlo: basta ricordarsi cosa avvenne otto anni fa, nel 2016, quando la Granda si spaccò in due nella “guerra” fra Genta e Degiacomi. Ci sono sedie e teste che sono saltate per sempre, e sindaci (o ex) che si leccano le ferite ancora oggi. Quell’accordo resta valido? «Per me sì – afferma Robaldo –, relativamente ai contenuti. Ma trovo singolare che a Cuneo un argomento come la scelta di un nome nella governance CRC sia trattata nell’ambito di un’interrogazione». Come a dire: io non l’avrei fatto. Parole, quella della Manassero, che come se non bastasse scoprono le lenzuola quasi su tutto: compresi gli accordi elettorali del 2022, quando dappertutto si mormorava: «A Mondovì la Provincia, a Cuneo la CRC». Robaldo vola alto: «Si parla di cose che risalgono addirittura a prima di quando io fui eletto sindaco. Se esistono, da persona di esperienza quale è, la Manassero saprà adattare quegli “accordi” al contesto attuale».
Ma perché Mondovì non palesa una scelta, come ha fatto Cuneo? O perché non alza la voce per “prendersi il posto”? Sono sei mesi che – si dice – Robaldo va dicendo a tutti: «La Fondazione CRC non è più quella di dieci anni fa: ragioniamo sui contenuti, prima che su nomi». È davvero così? «Io posso solo dire che Mondovì ha sempre espresso la sua disponibilità a un percorso unitario e condiviso. E sono certo che, a bando concluso, i nomi che ne emergeranno saranno quelli di personalità in grado di sostenerlo». In un’ottica di trasparenza, il sindaco starebbe anche valutando se esiste la possibilità (stando al regolamento) di rendere palesi tutti i nomi di coloro che hanno presentato il CV alla candidatura. La scadenza è il 7 marzo: poi ci sono cinque giorni di “ferma” in cui possono essere vagliati (anche dai consiglieri comunali) e dal 12 possono partire le nomine.
In questo puzzle, ci sono però altri tasselli. Non va dimenticato che con le modifiche che la Fondazione CRC ha apportato al proprio Statuto nel 2018, sono state ridotte le nomine degli Enti pubblici. E che pochi mesi fa, a fine 2023, con una nuova modifica, le nomine dirette sono state sostituite con “terne” da indicare (e su cui poi si esprimerà la Commissione). Questo significa che l’equilibrio fra la politica e la Fondazione è ulteriormente cambiato.
Questa è una delle ragioni per cui a Mondovì la politica sta “allargando lo sguardo”. Che succede? Succede che la città potrebbe fare tris.

Ezio Raviola  viaggerà verso il Consiglio di Compagnia Sanpaolo (qualcuno lo indica addirittura come vicepresidente): e uno. Robaldo, inoltre, ha l’occasione di scegliere una terna di nomi da cui verrà pescato uno dei prossimi consiglieri della Fondazione CRT, e c’è chi dà per certo che uno di questo sarà di “stretta aderenza monregalese” (gira il nome dell’ex sindaco Paolo Adriano, che avrebbe infatti presentato la sua candidatura): e due. E poi ci sono i nomi in CRC di cui uno, come da prassi, diventerebbe il vicepresidente (o la vicepresidente: nel CDA ci dovrà essere almeno una quota di genere: c’è chi fa il nome di Elena Merlatti, nome in forza alla lista Mondonuova alle elezioni 2022, già in passato assessore alle Politiche sociali nella prima Giunta del sindaco Viglione): e tre. A differenza del 2016, però, qua la frattura non è fra territori diversi: ma fra le diverse “ali” della medesima città (Cuneo). E Mondovì tiene le carte in mano. Sperando nel tris.

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