Come già nella veglia funebre, la chiesa di Sant'Antonino si è riempita di centinaia e centinaia di persone, da Chiusa di Pesio e non solo, per dare l'ultimo saluto a mons. Silvano Restagno. Un sacerdote che ha saputo toccare il cuore di molti e che nel corso del suo lungo sacerdozio, più di sessant'anni, si è speso per le comunità di Mondovì e Chiusa lasciando numerosi segni del suo cammino e toccando i cuori di molta gente, anche nei paesi limitrofi. Tutti quelli che hanno avuto a che fare con mons. Restagno ne ricordano il carisma, la dimensione spirituale ma anche il suo essere veracemente e schiettamente uomo di compagnia, da cui era sempre possibile trovare una parola gentile, di conforto o un motto di spirito rinfrancante. Nella chiesa di Sant' Antonino sono presenti numerosissimi labari delle associazioni e delle confraternite locali, oltre alle autorità civili e militari del territorio, a cominciare dal sindaco di Chiusa di Pesio, Claudio Baudino, che nel 2022 lo accolse per conferirgli la cittadinanza onoraria del paese, in una memorabile giornata di festa. Del resto anche nei sette anni trascorsi alla Casa di riposo "La Meridiana", non c'era evento significativo per la comunità chiusana che non lo vedesse presente. La cerimonia è stata officiata dal vescovo di Mondovì, Egidio Miragoli, concelebrata con don Federico Suria, parroco di Chiusa, don Flavio Begliatti, vicario generale, e una cospicua rappresentanza dei presbiteri della Diocesi.
"Dovendoci congedare dalla bella e rassicurante figura di don Silvano - ha detto il vescovo di Mondovì - mi è venuto spontaneo pensare alla letteratura, alla figura della quercia che cade, a cui Giovanni Pascoli ha dedicato una poesia.
Don Silvano aveva 86 anni di età e 64 di sacerdozio, di cui 35 spesi alla guida di questa comunità a cui fu sempre grato. Lo dimostró anche nei 7 anni successivi trascorsi alla residenza "La Meridiana", dove non fu mai un semplice ospite, ma sempre prete. Non gli era facile accettare la malattia, ma si era riappacificato col suo destino e aveva capito che poteva fare molto anche dalla sua sedia a rotelle. Non potrò mai dimenticare il matrimonio celebrato insieme nella cappella della Casa di riposo. Nella prima lettura, Giobbe uomo giusto tenta di confrontarsi con Dio onnipotente e proclama la sua innocenza rivolgendosi a Dio. Anche senza risposta, sta con fiducia in attesa dell' alba quando troverà pace e serenità". "Davanti al mistero della morte, Dio è nostro alleato. E torna il pensiero al modo di essere e di parlare di don Silvano. Dolce e forte, acuto e semplice, una Fede raccontata con semplicità con espressioni argute e motti di spirito". "Una vita così longeva e un ministero sacerdotale così fecondo sono difficili da sintetizzare. È stato un parroco sempre in mezzo alla gente".
Al termine della celebrazione, sul sagrato di Sant'Antonino, si sono tenuti alcuni momenti di ricordo punto hanno preso la parola il Consiglio pastorale, l'amministrazione comunale è rappresentata dal sindaco Claudio Baudino, un operatrice della Casa di riposo La Meridiana, e il nipote, a nome dei familiari. Inoltre è stata data lettura a una lettera di saluto di padre Renato Chiera all'amico di una vita.