25 Aprile, contro il fascismo. Quello di 80 anni fa: e quello di oggi. «Per insegnare a tutti, soprattutto ai giovani, cosa è il fascismo». "Cosa è", non "cosa era". Il fascismo esiste ancora: lo ha detto con parole chiare, che più chiare non potevano essere, la dottoressa Claudia Bergia, presidente dell'associazione partigiana "Ignazio Vian". Viceprefetto di Cuneo, che oggi - giovedì 25 Aprile- era a Mondovì per tenere l'orazione ufficiale su invito del Comune non in veste istituzionale ma dichiaratamente personale. Un'orazione splendida, applauditissima da chi l'ha ascoltata - LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE.
Il fascismo è prevaricazione. Il fascismo è negazione dei diritti. Il fascismo è tutti qui «io non sono razzista, però...» che sentiamo e leggiamo ogni giorno. «Non era, e non è, indifferente scegliere da che parte stare. Di qua, o di là. Con la libertà, o con il fascismo. La Resistenza fu fatta da chi scelse il bene Comune. Di chi credette nell'identità collettiva. Resistenza è avere il coraggio di ribellarsi a oppressione e violenza. Furono questi gli Ideali che ispirarono i nostri partigiani: persone di estrazioni diverse, di età diverse, unite nel non restare indifferenti davanti alla brutalità del regime fascista. L'Antifascismo è il filo conduttore che lega chi lotta per la liberazione delle sopraffazioni. E la nostra Costituzione è antifascista e anti razzista. Il partigiano era di tutti gli italiani». Nessuna retorica: il 25 Aprile è attualità.
Il sindaco, Luca Robaldo, ha citato nel suo discorso Matteotti ed Einaudi. Davanti al monumento, assieme a tanti fazzoletti partigiani, anche lo striscione del "CESSATE IL FUOCO" delle Donne per la Pace. E la Bergia le elogia subito: «Le ringrazio per la loro presenza. Durante la Resistenza le donne furono in prima linea: come staffette, ad assistere i combattenti feriti, a dare accoglienza e supporto, a sfamare i fuggitivi e trasformare le loro case in luoghi di accoglienza, rifugio, nascondiglio. Queste donne oggi, vestite a lutto e con la fascia bianca al braccio, ci ricordano che oggi guerra porta dolore e produce dolore. Dire "mai più!" purtroppo non è bastato. Perché l'odio ritorna: le guerre si fanno per superiorità, prevaricazione. Quello che è successo a Mariupol e nella striscia di Gaza, si può ripetere. La nostra Democrazia è fondata sulla fratellanza fra i popoli, eppure vediamo ogni giorno chi muore scappando dalle guerre e dalle oppressioni. E cosa facciamo noi? Siamo abili a dare un nome a tutti... ma non siamo più capaci a parlare di esseri umani. L'Italia ha nel suo passato immigrazioni: parlare di numeri è facile, ci si assuefa. Ma le cose bisogna vederle, o almeno ascoltarle. Dobbiamo indignarci davanti a chi si riunisce con camicie nere e inneggia al fascismo, oggi, e dire no! Dire che non ci piace! Direi no a chi esercita violenza. Come la violenza sulle donne: alle prevaricazioni, agli abusi, allo stalking, al Revenge porn. Le leggi ci sono, ma è la cultura a mancare! Dava ti alle manifestazioni di fascismo, sempre più evidenti e ovunque, dobbiamo dire a gran voce la nostra contrarietà. Viva l'umanità libera!».