Un docu-film di Remo Schellino racconta i 50 anni del Presepe vivente di Dogliani

Il film “Dentro una storia, dentro un mistero” viene presentato in anteprima al cinema, giovedì 9 maggio: «Un esempio di condivisione, nato nel 1975 da un gruppo di giovani»

Era il 1975 quando la Pro loco Castello inaugurò la prima edizione del Presepe vivente di Dogliani e cominciò una bellissima storia che dura ininterrottamente da cinquant’anni. In occasione di questo importante traguardo, la Pro loco Castello, ha scelto di realizzare un documentario curato dal regista fariglianese Remo Schellino, che ripercorre la storia di questa straordinaria manifestazione che ad ogni sua edizione richiama migliaia di persone nelle sere del 23 e 24 dicembre. Il documentario dal titolo “Dentro una storia, dentro un mistero. Il presepe vivente di Dogliani Castello”, lungo 82 minuti, sarà presentato in anteprima presso il cinema Multilanghe di Dogliani, giovedì 9 maggio alle ore 20.45, alla presenza del regista e con l’introduzione dell’antropologo prof. Piercarlo Grimaldi (ingresso libero). «Il documentario ripercorre la storia, gli aneddoti e le testimonianze di chi ha lavorato per anni all’organizzazione del Presepe vivente, ma è anche il racconto delle tappe che portano alla realizzazione di un evento che, da cinquant’anni, coinvolge oltre 350 figuranti di cui molti giovani che si impegnano nella realizzazione di quella che si può considerare la manifestazione più longeva di Dogliani» spiega il presidente della Pro loco Castello, Andrea Garelli. «Il Presepe vivente di Dogliani – dice Remo Schellino, parlando del suo ultimo lavoro – è un esempio di condivisione, nato da un gruppo di giovani. Un progetto ambizioso, perché già dalle prime edizioni, ha portato nel borgo antico l’atmosfera di duemila anni fa. Niente luci per le strade, solo torce e nulla dell’attuale modernità deve disturbare la rappresentazione. L’intento del docu-film è quello di analizzarne il senso e i contenuti di una forma teatrale primitiva, legata alla rappresentazione popolare. Una scelta sentita e partecipata coralmente in una scenografia che viene ricostruita ogni anno per ambientare la vicenda della natività. La narrazione degli intervistati è raccontata nell’ambiente di vita quotidiana, tra le mura della propria casa, sul lavoro. Tutti raccontano come hanno scelto o sono stati chiamati a impersonare una parte, un ruolo: le paure di non essere all’altezza, ma anche la gioia di partecipare. A integrare le testimonianze dei figuranti sono state utilizzate molte immagini d’archivio che risalgono alle prime edizioni, le fasi dei preparativi, il luogo, l’organizzazione di tutta la manifestazione. Il lavoro cinematografico ha un indirizzo antropologico e culturale, non solo d’archivio ma bensì di studio sociale legato al teatrale popolare. L’intervento, all’inizio del documentario dell’antropologo Prof. Piercarlo Grimaldi ci illustrerà il ruolo e l’importanza dell’uomo, da millenni, di interpretare i grandi temi dell’umanità in questo caso la Natività di Gesù».

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