Il cartello si intravede appena, nascosto dalle fronde, ma c'è ancora: "ZONA MILITARE". In realtà, non è più così: l'angolo tra via Tiro a Segno e via Chiusa Pesio, poco distante dalla strada per Sant'Anna Avagnina, è passato dal Demanio militare ai beni dello Stato (quindi: civile) nel 2021. Ma il problema è: chi se ne cura? In quel terreno, c'è una selva. I residenti chiedono che venga ripulita: sia per motivi di decoro, sia per questioni di sicurezza. «In quella giungla si potrebbe nascondere chiunque - dicono -, è anche una fuga perfetta per chi ha compiuto un reato». Ma attorno a quel terreno c'è un groviglio che è ancora più complicato dei rovi: è quello burocratico.
La vicenda è venuta a galla ieri sera, in un incontro svoltosi fra il sindaco e i residenti del rione sul tema della pubblica sicurezza. Non è facile da spiegare, quindi andiamo per ordine. Ringraziamo la dottoressa Giulia Danna, capa di gabinetto del Comune di Mondovì, per averci chiarito ogni passaggio ed evitare di scrivere inesattezze.
Negli anni '70 il Comune chiese al Demanio militare l'acquisizione dell'area, per costruire le strade. La città si stava espandendo, stavano nascendo le nuove case. Il Demanio acconsentì nel 1975 alla realizzazione delle opere, comunicando di avere disposto la dismissione definitiva del compendio. Non solo: come scritto sopra, nel 2021 l'area del poligono e della strada è stata trasferita con un decreto dai beni del Demanio Militare a quelli dello Stato.
Dunque, ricapitolando: il Demanio Militare sa che quelle strade esistono, ha espresso il suo assenso alle opere, e da quattro anni non è più il proprietario dei terreni. Qui entra un piccolo intoppo: perché, per effetto di una legge precedente (del 2005), il trasferimento del terreno al Comune si può fare... ma a titolo oneroso. Quindi il Comune deve pagare. Il Demanio chiese il conto nel 2022. Il Demanio, oggi, non ha intenzione di farsi carico della pulizia dell'area.
Come la si risolve? Non è facile. Da alcuni anni, il Comune sta portando avanti un'interlocuzione. Sarebbe anche intenzionato a proporre al Demanio la disponibilità a farsi carico delle spese di pulizia, in cambio di una riduzione dell'onere di acquisizione. Ma il dialogo non è ancora arrivato a una definizione. «È una situazione che il Comune sta cercando di risolvere da anni - dice spiega il sindaco Luca Robaldo -. Va sanata e accatastata, ma l'interlocuzione va a rilento. Ovviamente, non possiamo... fare un'ordinanza che imponga al Demanio di ripulire. La nostra intenzione è quella di acquisirla e poi occuparci della pulizia, anche se non sarà facile curare quella zona visto che il Comune dispone di pochi operai che si occupano del verde pubblico. Speriamo di riuscire a raggiungere un risultato».