C'è la chiesetta di San Bernardo a Cigliè, abbattuta perché era «tutto guasto e attraversato da fessure». O la cappella della Madonna della strada, sulla via che da Vicoforte portava a Piazza: ora, lì, c'è una casa privata. O ancora, San Bernardo d'Aosta sempre a Vicoforte, al bivio per Briaglia dove ora c'è solo un pilone. Storie d'altri tempi. Tempi in cui la cura per i beni artistici aveva ben poca priorità, rispetto a oggi. nessun vincolo, nessuna Soprintendenza. E a tirar giù muri e altari, di chissà quale secolo, si faceva in fretta.
Storie che ora rivivono in una serie di foto, tutte dall'archivio di Geronimo Raineri. Scatti che risalgono agli anni Sessanta o Settanta, fatti per studiare gli affreschi. Ora diventano testimonianze di un mondo passato e che vengono esposte al pubblico in una mostra allestita presso la sede dell’associazione (Mondovì Piazza, vicolo monte di pietà 1). Rimarrà aperta per tutta la durata della Mostra dell’artigianato di Mondovì seguendo gli orari dell’evento (11.00-23.30) più tutti i successivi week end (sabato e domenica, dalle 15.30 alle 19.00) di agosto e settembre (sino a domenica 29 settembre). La mostra, ad accesso gratuito, è curata da Michelangelo Giaccone e Lorenzo Barucco.
Il Centro Studi Monregalesi ha presentato stasera, in anteprima, la mostra sugli antichi affreschi del Monregalese dedicata allo studioso Geronimo Raineri (nel 25° anniversario della sua scomparsa) incentrata sugli antichi affreschi del nostro territorio: oggetto principale dell’interesse di Raineri.
Nel 2023 il Centro Studi Monregalesi ha ricevuto in dono dagli eredi di Geronimo Raineri il suo archivio e parte della sua biblioteca. Si tratta di un nucleo prezioso e di grande coerenza documentaria, attualmente oggetto di operazioni di inventariazione e catalogazione, in cui spicca per consistenza un ricchissimo fondo fotografico: oltre 1800 immagini, divise fra diapositive di vario formato e pellicole negative, da attribuire in massima parte alle estese campagne di Renzo Bongiovanni e in altra parte allo stesso Raineri. Oggi abbiamo dunque la possibilità di seguire il lavoro di Raineri nella costruzione dei suoi volumi, che vanno dalle citate campagne fotografiche ad appunti, manifesti, stralci di corrispondenza e immagini di momenti conviviali. Particolare rilievo rivestono i menabò di Antichi affreschi del Monregalese e San Fiorenzo in Bastia Mondovì, assemblati con perizia artigianale, così come la cartella contenente i rilievi dei graffiti di San Bernardo delle Forche, ricalcati a biro su fogli trasparenti. A questo materiale si è voluto affiancare anche un piccolo sguardo sulla produzione pittorica e grafica di Raineri.
Parallelamente si è rivolta l'attenzione all'archivio fotografico. Insieme alle immagini di oggi, stampate in grande formato, viene presentata una selezione di fotografie d'archivio, racchiuse in passepartout colorati, ciascuno identificante un luogo diverso. Alcune fotografie vengono presentate per la prima volta, altre compaiono in una veste inedita. Così, accanto alle immagini San Bernardo delle forche e Santa Croce a Mondovì, San Maurizio a Castelnuovo di Ceva e gli affreschi della parrocchiale e della cappella della Natività di Niella Tanaro, si è scelto di presentare la cappella del Buon Gesù a San Michele Mondovì, tornata recentemente al centro dell'interesse della critica, già rinascimentale, ma non per questo trascurata dalla sensibilità di Raineri che vi sarebbe tornato più volte. Di San Fiorenzo a Bastia, ormai celeberrima, si sono scelte fra le altre alcune immagini, ignote ai più, subito successive al crollo del tetto avvenuto dopo una eccezionale nevicata nel febbraio 1972, ricostruito in tempi rapidissimi entro l'autunno dello stesso anno. Inoltre si sono individuati due casi esemplari di cappelle scomparse: San Bernardo a Cigliè, un tempo su una collina fuori dall'abitato, il cui magnifico affresco cinquecentesco è stato fortunosamente fotografato prima del crollo definitivo dell'oratorio; e la cappella detta “Madonna della Strada” a Vicoforte, superstite in alcuni frammenti salvati grazie allo stesso Raineri e oggi conservati presso Casa Regina Montis Regalis.