La comunità di Prea è diventata, per una decina di giorni dal 9 al 18 agosto, il palcoscenico di “Back to the Nature”, progetto Erasmus+ ideato e promosso dall’Associazione Flow Aps. La piccola frazione roccafortese si è trasformata in una realtà multilingue e multiculturale, con 36 ragazzi provenienti da sei diversi Paesi: Italia, Croazia, Grecia, Lituania, Portogallo e Ucraina. L’idea è nata da Daniele Bottero, ex presidente della Consulta giovani di Roccaforte, che, grazie al grande spazio che l’Associazione “Flow” lascia agli associati per proporre nuovi progetti, si è cimentato nell’organizzare un’attività che portasse uno scambio europeo nella frazione di Prea. Partendo da quest’idea, Daniele, con la sua esperienza Local e Federico Garelli, presidente dell’Associazione, con la sua esperienza Global, frutto di varie esperienze di Erasmus+, hanno iniziato a lavorare per creare un progetto, anche grazie all’aiuto della facilitatrice Roma Djuric, psicologa ed educatrice croata. L’influenza di quest’ultima si vede soprattutto nei temi di questo primo scambio culturale, tutto incentrato sul rapporto tra natura e salute mentale. «Perché questo territorio? – ci spiega Daniele – Perché credo ci sia qualcosa da raccontare, anche nelle aree periferiche. Con queste attività abbiamo cercato di raccontare anche quali sono le possibilità socio-economiche del territorio, perché alcuni ragazzi vengono dalle città, alcuni non avevano mai preso in mano un uovo, ma erano comunque entusiasti di vedere le coltivazioni di castagni dai quali siamo circondati». La settimana di permanenza dei ragazzi si è sviluppata tra workshop sui temi trattati, momenti di riflessione e interazione con la comunità locale, una gita di due giorni al rifugio Garelli, nel Parco del Marguareis, ma anche momenti di festa come la sera di Ferragosto, con la partecipazione dei ragazzi all’“Aperipizza” organizzata dal Circolo “Amici di Prea”, o come il contest “Prea’s Got Talent”, messo in piedi da alcuni ragazzi che si sono esibiti in prove canore e non. Il tutto sempre lasciando le porte aperte anche alle persone della comunità locale e ai curiosi.
36 ragazzi, con le loro storie di vita
Sono 36 i ragazzi, così come sono 36 le diverse storie che si sono intrecciate a Prea. Tra queste c’è Anì, ragazza di Roma, che ha partecipato al progetto guidata dalla ricerca del contatto con la natura: «Essendo di Roma il rapporto con la natura è una cosa che non vivo mai e che mi manca tanto. Dovrei muovermi da sola, ma tendo a non farlo anche se vorrei. In città è difficile organizzarsi con altri». Grazie all’Erasmus+ a Prea, progetto trovato bazzicando su Facebook, è riuscita a cogliere l’occasione giusta: «Io volevo proprio essere guidata: ho trovato questo progetto e mi piaceva che si rimanesse in Italia vicino alle Alpi, perché non c’ero mai stata, e che si stesse in un paesino, un posto dove da sola non sarei mai andata». Insieme ad Anì, anche Viviana, ragazza siciliana che però vive a Bologna, ha scelto questo scambio principalmente per il tema alla base: la natura e l’ambiente. «Anch’io vivendo a Bologna non tocco spesso con mano questi ambienti, per cui volevo qualcosa che mi permettesse d’evadere dalla grande città. E allo stesso tempo mi piaceva la correlazione tra benessere mentale e come questo incide sulla natura. Inoltre è un modo per stare a contatto con altre culture». Inoltre, come entrambe testimoniano «Questo è un bel modo per conoscere tante storie di vita, tante possibilità di percorsi diversi. Perché spesso si è sempre vissuti in questa realtà e nemmeno prendiamo in considerazione possibilità diverse. È una forma di vacanza consapevole».
Anche sui ragazzi venuti dall’estero Prea ha sortito un’ottima impressione, come ci descrive Markela, dalla Grecia, specialmente riguardo alla serata di Ferragosto con l’“Aperipizza”. È grande lo stupore nel vedere una così grande affluenza di persone in una piccola frazione, con tanto di musica dal vivo come intrattenimento. Senza parlare dell’accoglienza riservata a lei e ai suoi compagni dagli abitanti di Prea che li hanno subito fatti sentire parte della comunità.