«Davide Ghirardi è stato presidente regionale del nostro movimento e aveva una carica di passione, di volontà politica di altissimo profilo. Da un lato avevo piacere di venire e celebrare i 10 anni dalla sua scomparsa e ringraziare del fatto che proprio qui a San Michele è stata raccolta una cifra per sostenere due orti in Africa, che portano il nome di Davide. Devo ringraziare la famiglia Ghirardi a cui sono collegato da un'amicizia fortissima». Un ricordo sentito, quello di Carlo Petrini, con cui si apre la partecipatissima serata davanti alle scuole, dopo l'introduzione della presidente dell'Associazione "AMici dell'aiuola botanica" organizzatrice dell'incontro. Il bel tempo consente di tenere all'aperto la presentazione del libro di Petrini "Il gusto di cambiare" scritto a quattro mani con l'economista Gael Giraud, che diventa una riflessione a più livelli sulla fase storica che stiamo attraversando. «Stiamo affrontando una fase che chiederà a tutti noi di implementare il dialogo, il confronto e capacità di mettere in piedi forme di comunità che garantiscano una mobilitazione dal basso». Il grande tema è il cambiamento climatico, la necessità in qualche modo di cambiare il paradigma economico. «Le nazioni misurano il proprio andamento unicamente sulla base della crescita del Pil.
Ridurre gli sprechi, affermare un modello economico più di buon senso, dare più valore alla rigenerazione abbandonando l'usa e getta, rivalutare l'economia di sussistenza. «L'economia di sussistenza è malvista perché siamo fermi al concetto ottocentesco – ha commentato Petrini – ma oggi potrebbe consentire uno stile di vita moderno, equilibrato e non disagevole». Petrini ha anche qualche frecciata per l'attuale sistema di promozione del circuito gastronomico: «Dovremmo ricordarci che tutta la nostra tradizione culinaria non ha origine nell'abbondanza, ma nella società della fame e le nostre nonne hanno saputo realizzare i grandi piatti, con il poco che c'era». Il concetto di fondo è che bisogna superare «La società della competizione per sostituirla con la società della condivisione e del dialogo». Al termine dell'incontro il sindaco Daniele Aimone si è avvicinato al tavolo del relatore per congratularsi con lui, la serata è stata conclusa da un momento musicale tradizionale, con due fisarmoniche. Numerose le domande, e al termine, un divertente aneddoto di Carlin: l'origine della sua amicizia con Papa Francesco. «Mi trovavo a Parigi quando ricevo una telefonata da numero sconosciuto. Pensavo fosse "La Repubblica per chiedermi qualche articolo, e invece sento "Sono Papa Francesco". Mi conosceva per quello che avevamo fatto con Terra Madre in Argentina» La chiacchierata verte su temi della sostenibilità e dell'ambiente, ma prende anche toni più leggeri: «A un certo punto, avevo un sassolino da togliermi e mi sono detto: quando mai riparlerò con un papa? Così gli ho detto "Santità, visto che ha raccontato di sua nonna posso raccontare della mia?". "Mi dica". Mia nonna era sposata con Carlo Petrini, fondatore del partito Comunista a Bra. A un certo punto, dopo la morte del marito, andò a confessarsi. Lei era sempre stata molto devota. Il prete le chiese cosa votava, e lei rispose che votava per cosa votava il marito. All'epoca per i comunisti c'era la scomunica. Il prete disse: "Sa che non posso darle l'assoluzione?" E mia nonna: "eh ben se la tenga". Dopo la telefonata, alcune settimane dopo, mi arriva una lettera dal papa che si conclude con "Quel se la tenga mi fa ancora ridere. Unisce saggezza popolare, pragmatismo, umorismo»
Nel corso dell'appuntamento viene fatto girare anche un "Appello per l'inserimento dell'educazione alimentare nei programmi scolastici" liberamente sottoscrivibile in rete.