Torre meta di turismo nudista? No, di artisti internazionali.
Già perché la foto che sta circolando sulle app di messaggistica e in rete non è altro che un'immagine scattata durante una delle attività dell'"Hemera Festival", organizzato dall'Associazione Teatro Selvatico. Nella fattispecie, si tratta di "Nettuno, l'impeto nel fiume" programmato nelle mattinate del 29 e del 30 agosto. Il programma si articola su cinque giorni, e prevede workshop e attività di varie discipline, non solo teatro, danza e musica ma anche discipline olistiche ed altri elementi incentrati sulla connessione tra umano e naturale. Proprio questo è il focus della cinque giorni organizzata da Teatro Selvatico, oltre che un punto centrale nelle attività dell'associazione, attiva tutto l'anno nel promuovere iniziative e workshop. Non a caso gli spazi dove si svolge il festival sono fondamentali, ovvero il bosco, il fiume e la natura di Torre.
«All'interno di Hemera Festival – scrivono gli organizzatori –, un evento dedicato all'esplorazione e alla celebrazione delle connessioni profonde tra uomo e natura, si inserisce nel palinsesto un laboratorio particolarmente significativo: un’esperienza al fiume in cui vi è la possibilità di praticare la nudità per sviluppare un contatto autentico con l'ambiente naturale. Questa pratica, apparentemente radicale, risponde a esigenze psicologiche e culturali profonde, soprattutto in un'epoca in cui i giovani vivono un'accentuata pressione a conformarsi agli standard estetici imposti dai media».
Gli organizzatori precisano che «la nudità, non è una scelta estetica nè provocatoria, ma va vista in chiave di riconnessione con l'essenza più autentica dell'essere umano, abbandonando convenzioni e sovrastrutture». Anche perchè uno degli obiettivi principali di Hemera Festival è «lavorare sulla vergogna e sull'accettazione di sé. La vergogna è una delle emozioni più debilitanti, spesso alimentata da un'immagine di sé distorta e da un confronto costante con standard irrealistici. Partecipando a questo laboratorio, i partecipanti hanno l'opportunità di esplorare queste emozioni in un contesto sicuro e di condivisione, superando il timore del giudizio e imparando a vedere il proprio corpo per quello che è: un’espressione unica della propria individualità. Viviamo in un’epoca in cui i media, i social network e la televisione impongono modelli estetici spesso irrealistici e inaccessibili. I giovani, in particolare, sono esposti a una continua pressione mediatica che influenza profondamente la loro percezione di sé. I social network, con i loro filtri e le immagini ritoccate, offrono un'immagine distorta della realtà, creando aspettative irrealistiche e un senso di inadeguatezza che può avere conseguenze gravi sulla salute mentale e sull'autostima».
Gli artisti e direttori artistici Francesca Aurilio e Isacco Caraccio - con il prezioso apporto di Giulia Carvelli - desiderano esprimere il loro più sentito ringraziamento al Comune di Torre Mondovì per aver ospitato e supportato il festival. Un sincero ringraziamento va anche al Comune di San Michele per il prezioso aiuto offerto e al Comune di Racconigi per la loro gradita presenza.
Un ringraziamento speciale va inoltre ai contadini del territorio che hanno gentilmente messo a disposizione i loro terreni, e alla Pro Loco di Torre Mondovì per aver condiviso attrezzature e risorse fondamentali per la riuscita dell'evento. Grazie alle aziende agricole RAM, che hanno fornito cibo per partecipanti, staff e volontari, e all'azienda agricola Benso che domenica 1 settembre farà pizza per tutti.
Questa edizione dell'Hemera Festival è particolarmente significativa per la presenza, per la prima volta, di artisti internazionali provenienti da Brasile, Argentina, e Inghilterra, che stanno contribuendo a rendere l'esperienza ancora più ricca e variegata. Inoltre, per la prima volta, Hemera apre i suoi spettacoli gratuitamente alla cittadinanza, dalle 17 di domenica 1 settembre all'Orto Botanico, permettendo a tutti di godere della magia dell'arte e della cultura.
La meraviglia di questo festival è arricchita dal lavoro di numerosi volontari, ragazzi e ragazze, che per una settimana prima dell'evento si sono riuniti per abbellire la sede di Teatro Selvatico a Torre Mondovì, trasformandola in un luogo accogliente e suggestivo per artisti e pubblico.