Il quarto giorno della Novena ha proposto la riflessione di mons. Alessandro Giraudo, vescovo ausiliare di Torino, sulla virtù teologale della speranza, in una serata in cui erano attese le famiglie, le coppie di fidanzati e di sposi in particolare. E molte famiglie hanno raggiunto il Santuario dopo un breve pellegrinaggio condiviso da Fiamenga fino in Basilica, con bambini e ragazzi, in preghiera ed in amicizia cordiale. “La speranza – ha ricordato il vescovo Alessandro – è un dono dall’alto, non è un sentimento o una sensazione, è grazia di Dio. E così, attingendo alla Parola della liturgia domenicale, siamo invitati a guardarci dentro con profondità, per capire cosa sta nel nostro cuore, nel profondo della vita. E purtroppo accanto a desideri belli, accanto al dono della fede, c’è da riconoscere che il nostro cuore è anche abitato da atteggiamenti e scelte non solo sbagliate ma che sanno di un buio pesante, quasi un luogo inospitale al bene, inospitale a Dio. Gesù ci invita ad andare al di là di gesti esteriori e di scelte anche assunte religiosamente: è troppo poco! C’è invece da fare spazio a Dio sorgente del bene nel profondo, accogliendoLo nella vita, per vincere l’oscurità del male che impedisce di riconoscere la presenza salutare di Dio, di apprezzare il frutto buono della speranza che è luce, riflesso della luce piena al compimento della storia, quando Lo vedremo faccia a faccia, avvolti dalla sua luce. E’ il Dio della speranza quello che ci sta accanto, è al centro ed al cuore della vita, e non solo ci aspetta al termine di tutto”. E tra i segni di speranza nel cammino giubilare, Papa Francesco ha indicato anche l’amore che genera la vita tra fidanzati, sposi e genitori nel scegliere di stare sotto la benedizione di Dio; è l’amore che porta vita nelle nostre case, nelle relazioni familiari, che genera vita con coraggio e costanza. Maria è Colei che ha generato il Signore della vita, è la stella del mattino che annuncia al giorno la luce più forte di ogni oscurità. E’ Colei che partecipa già di quel dono di vita che attende in pienezza, che ci soccorre ogni volta che l’oscurità ci lambisce e ci tocca”.