Quinta serata della Novena, lunedì, con l’intervento di mons. Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, che si è rivolto soprattutto ai numerosi ministranti e chierichetti, con i loro animatori, presenti in Santuario, con le loro famiglie, a conclusione della giornata diocesana vissuta in Casa “Regina” al Santuario. E all’attenzione di tutti la più grande delle virtù (come dica San Paolo), cioè la carità. “Forse è difficile spiegare cos’è la carità – ha detto mons. Tremolada interpellando i ragazzi in particolare –, è meglio raccontarla e così la si può capire un po’ di più. Vi cito l’esperienza di un fratellino ed una sorellina, 10 e 14 anni, che con i genitori per motivi di lavoro devono trasferirsi di città, lasciando i nonni nella casa paterna. In questa nuova situazione, con i nonni così ci si vede poco ed i contatti sono più rari, ma quando ci si incontra è una gioia grande, un abbraccio prolungato, ricambiando con commozione l’amore di chi vuole bene. Ecco un primo tratto della carità. Secondo racconto: a scuola, nell’intervallo per la pausa con lo snack, una ragazza vede con la coda dell’occhio che una sua compagna non ha niente nello zainetto. Ne parla a casa con la mamma, si porta in classe due brioches e condivide con la campagna di classe che non si è potuta permettere quello snack. Cos’è la carità? E’ aiutare chi ha bisogno, chi è meno fortunato, chi fa fatica. Terzo racconto: su un campo di calcio durante l’allenamento, ecco che un ragazzo invidioso delle capacità di chi sta affrontando lo stende con un fallaccio. Ma il giorno dopo, avendoci ripensato, ecco che scattano le scuse per ritrovare la pace tra compagni ridiventati amici. La carità ha questi tre connotati: è affetto, è aiuto, è perdono”. Ed ha suggerito un triplice itinerario per vivere la carità, che vale se è fatta con gli occhi (contando su un sguardo buono verso gli altri), con il cuore (provando per gli altri un sentimento positivo, disponibile, incoraggiante), con le mani (facendo qualcosa di buono concretamente, giorno dopo giorno). Ed ha sottolineato come il segno più trasparente della carità riconosciuta e vissuta quotidianamente è il sorriso, nel gesto dell’abbraccio, nel prendersi cura di chi ha bisogno, nel perdonare e nel riconciliare. Fissando lo sguardo su Gesù che tutto questo ha vissuto, ha sperimentato, ha scelto di fare nella trafila della sua presenza in terra di Palestina, con i suoi, con tutti, con il dono totale di sé.
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Novena, quinta sera: la carità spiegata ai ministranti, ma proposta a tutti in concreto
Quinta serata della Novena, con l’intervento di mons. Pieranntonio Tremolada vescovo di Brescia