Esultano, per la seconda volta. Capitan Rocco e Bruno il Priore hanno fatto il miracolo: da quei due Rioni, Borgato e Breo, nuclei “della città bassa” che non spiccavano nelle gare, hanno forgiato una corazzata. È come se avessero vangato sulle sponde dell’Ellero fino a estrarne la materia, preziosa ma grezza, e poi l’avessero scolpita, lavorata, levigata e infine temprata. Secondo Palio di fila, in quattro anni. Uno potrebbe anche pensare che la prima volta sia fortuna. Ma la seconda…
Qual è il vostro segreto?
Si è creata aggregazione, si è creato un gruppo. Questo ci consente di trovare persone che vogliono iscriversi ai giochi, che hanno voglia di gareggiare, che coinvolgono altri amici. Quando hai il gruppo, non solo trovi più facilmente i giocatori: puoi perfino permetterti di selezionare i migliori.
Il Rione si consolida con le gare?
Sì, ma poi prosegue. Ci si ritrova l’anno seguente. Quest’anno ne abbiamo avuto la prova: persone, che erano state coinvolte nelle gare lo scorso anno, sono tornate per giocare e per sentirsi parte del Rione. Oppure: abbiamo visto volti nuovi e contenti di partecipare, perché in questo modo si sentivano parte di un gruppo. Si crea anche un piccolo legame fra persone che vivono nella stessa zona ma che magari, fino al giorno prima, non avevano mai avuto un dialogo. Il bello del Palio è questo. E se ce l’ha fatta un Rione come il nostro, che ha molti meno residenti di altri…
Ecco, parliamo dei Rioni. Quest’anno eravate solo in quattro. Ora è tempo di ricostruire, di lavorare per far tornare il Palio “grande”. Ce la si farà? E come?
Noi siamo convinti che si riuscirà. Ci sono alcuni Rioni che crediamo torneranno quasi di sicuro: Piazza, Carassone, Via Cuneo. L’Altipiano deve ritrovare qualche figura di riferimento: come dicevamo prima, questo è fondamentale. Tra di noi ci sono “veterani” dei Palii di una volta, ci ricordiamo le fasi che ci sono state in passato. Se il Palio 2024 non si fosse disputato, forse si sarebbe rischiato di non farlo più. Questo è il motivo per cui noi ci siamo subito detti favorevoli a fare il Palio quest’anno, anche con pochi Rioni.
E com’è andata? Era anche la prima volta per il nuovo maestro priore, Leonardo Degrandis…
Quest’anno è andata bene. È stato un Palio diverso, certamente. Essendoci meno Rioni e meno gare si sono anche viste molte meno polemiche. È stato tutto all’insegna del “fair play”… una cosa quasi strana, in un Palio. Leonardo sentiva la tensione, è comprensibile. L’esperienza arriverà col tempo. Non deve restare da solo, è necessario che abbia qualcuno a cui appoggiarsi per organizzare meglio.
Quali giochi vi sono mancati di più? E quali, secondo voi, sono da cambiare?
Sicuramente è mancata la Staffetta: è una gara che piace tantissimo, che porta con sé pubblico, ed è sempre stata quella che “dà il via al Palio”. È difficile da organizzare perché per farla è necessario richiedere la chiusura di alcune strade, ma speriamo che possa tornare. Sarebbe bello tornassero gare come il Fotoquiz, l’Audiovideo test o la Caccia al tesoro, perché sono prove di cui non si conosce il risultato e fino al momento finale. Se una parte della classifica resta “misteriosa” fino all’ultimo punto, c’è più attesa per chi gareggia per la vittoria. C’è chi dice che si potrebbe cambiare il regolamento del Lancio dell’uovo, magari includendo una rotazione fra la coppia che gioca: è una buona idea.
La location al Borgato ha funzionato?
Dal punto di vista delle gare, assolutamente sì: avere tutti i giochi concentrati in un unico punto è ottimo. Bisognerà capire se sarà sufficiente per un Palio con tutti i Rioni, come speriamo avvenga.
Avete vinto due volte di fila. Ora puntate al tris, per uguagliare quello che è stato fatto dal Piazza e dal Ferrone?
Assolutamente sì! Anzi… chissà: potremo diventare il primo Rione a vincere quattro Palii di seguito!
Chi sarà il Rione da temere, nel 2025?
Sant’Anna. Sono tanti e sono carichi. E hanno anche tanti giovani nelle loro fila. Sono un Rione che sta crescendo unito, Nicolò e Greta hanno davvero fatto un gran lavoro.
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