Penultima serata della Novena, al Santuario di Vico, giovedì scorso, con la partecipazione numerosa in particolare dalla vasta Zona pastorale Ceva e Val Tanaro, contando sulla riflessione del rettore della Basilica don Flavio Begliatti che ha guidato nel ripensare alla portata della virtù della fortezza nell’esperienza dei credenti. Ed ha subito citato un’indicazione preziosa di Papa Francesco, tratta dalla catechesi sulla fortezza nell’aprile scorso: “Un cristiano senza coraggio, che non piega al bene la propria forza, che non dà fastidio a nessuno, è un cristiano inutile. Pensiamo a questo: Gesù non è un Dio diafano e asettico, che non conosce le emozioni umane. Al contrario, davanti alla morte dell’amico Lazzaro scoppia in pianto; e in certe sue espressioni traspare il suo animo appassionato”. Con l’invito a “ripulire i propri atteggiamenti dal rischio di interpretazioni ambigue, distorte e fuorvianti”. Perché si può scambiare la fortezza con gli atteggiamenti di chi vuole affermarsi imponendo la propria visione, volendo l’ultima parola. “Quella non è fortezza, almeno quella evangelica; quella piuttosto è presunzione, prepotenza o addirittura superbia”. Ammettendo che “una persona che non sa moderare le proprie passioni è anche una persona debole”. “Anzi se qui, pochi giorni fa, l’arcivescovo di Milano ci diceva che la prudenza non è il pensiero pigro e stanco, della fortezza dovremmo dire che non è l’atteggiamento arrogante!”. E così per fare chiarezza viene in soccorso il Catechismo della Chiesa cattolica là dove indica la fortezza come virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene, rafforzando la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale”. E quindi la nostra forza dovrebbe risiedere nella nostra appartenenza a Cristo, lasciandosi raggiungere dal suo Spirito come dono di vera e costante rigenerazione”, nello stile del Maestro: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Insomma umiltà e mitezza alla base della vera fortezza!
Don Flavio Begliatti ha ancora indicato alcuni passaggi importanti nella vita del discepolo: “Forti verso gli attacchi esterni” (riconoscendo il male e contrastandolo), per non dover dare ragione a chi ha affermato: “La sola cosa necessaria affinché il male trionfi è che gli uomini non facciano nulla”. Quindi “Forti verso gli attacchi interiori” (evitando che le nostre fragilità e precarietà prendano il sopravvento). Ed infine essere “Forti per…” evitare vie di fuga od uscite di sicurezza di fronte agli impegni, alla fedeltà, alla coerenza… cercando la gioia nel Signore, stoppando le nevrosi di chi stringe i denti, sentendo Gesù vicino alla nostra debolezza… Diventando capaci di farsi segni luminosi per gli altri, lasciando intravedere il volto di Dio grande e forte nell’amore.