Catechesi e famiglia

Sfide per una comunità parrocchiale “madre” che genera figli alla fede

Ancora una volta al centro del dibattito della due-giorni teologica ritorna il tema della famiglia che, pur analizzato da tante angolature da parte delle scienze umane, continua a mostrare elementi di novità. Nella ricerca sociale, il ruolo della famiglia risulta essere ancora insostituibile nonostante le trasformazioni degli ultimi decenni e la maggior frammentazione rispetto ad un tempo. Luogo privilegiato per il processo di socializzazione consente, attraverso l’interazione quotidiana con le persone, l’apprendimento delle abilità collegate ai ruoli sociali, l’acquisizione dei modelli di comportamento propri della società in cui si vive, la capacità di distinguere i comportamenti accettati dalla società da quelli che non lo sono. E’ dunque il luogo in cui avviene lo sviluppo affettivo, cognitivo e sociale del bambino nei primi anni di vita ed anche successivamente, accanto, tuttavia, ad altri contesti con cui l’individuo si trova ad interagire. I profondi cambiamenti che hanno modificato la formazione e la struttura della famiglia non possono scalfirne il ruolo insostituibile e, forse, non autorizzano a parlare di crisi della famiglia: siamo soltanto in presenza di profondi mutamenti delle sue forme, senza che questo implichi necessariamente una sua maggiore fragilità. E quindi un rilancio dell’impegno catechistico, pensato ormai per tutto l’arco della vita, non può prescindere dalla famiglia, agenzia primaria della formazione della persona.
Nell’intervento di lunedì 15 settembre, in Casa “Regina Montis regalis” al Santuario, mons. Giuseppe Cavallotto, vescovo di Cuneo e di Fossano, ha presentato gli “Orientamenti per l’annunzio e la catechesi in Italia”, documento approvato dalla CEI, che detta le linee per l’evangelizzazione. La fede cristiana non è un insieme di norme, neppure una semplice “morale”, nasce dall’incontro con una Persona, con la p maiuscola. Non a caso gli Orientamenti si intitolano “Incontriamo Gesù,” un testo ampio e articolato che si propone di indirizzare la pastorale, aiutandola – scrive il presidente della CEI, il cardinale Angelo Bagnasco – «a ridefinire i suoi compiti all’interno dell’azione evangelizzatrice della Chiesa, intesa come orizzonte e processo». Al tempo stesso è tuttavia evidente che il processo di evangelizzazione ha delle tappe sue proprie che necessitano di scelte missionarie ed educative appropriate.
Quattro le caratterizzazioni fondamentali del documento che richiama in primis l’assoluta precedenza della catechesi e della formazione cristiana degli adulti, e, all’interno di essa, del coinvolgimento delle famiglie nella catechesi dei piccoli. Secondo punto di speciale interesse è l’ispirazione catecumenale della catechesi con una esplicita attenzione all’Iniziazione cristiana degli adulti, al dono di Grazia operato da Dio, alla scelta di fede, agli itinerari, ai riti, alle celebrazioni ed ai passaggi che scandiscono il cammino. Grande attenzione anche alla formazione di evangelizzatori e catechisti e alla proposta di fede rivolta ai preadolescenti, agli adolescenti ed ai giovani, in continuità con la catechesi per l’Iniziazione cristiana, ma anche in considerazione della realtà di “nuovi inizi” esistenziali.
Detto in altre parole il documento promuove l’impegno di tutte le comunità e di ciascuna delle sue componenti nella diversità dei ministeri, per aiutare ogni persona ad incontrare davvero Gesù, guidandola a sperimentare la gioia della fede, a testimoniare la vita buona di chi ha abbracciato il Vangelo.
Aprendo l’Assemblea della CEI, Papa Francesco stesso, riferendosi a questi Orientamenti, ha esortato i vescovi a «non attardarsi ancora su una pastorale di conservazione – di fatto generica, dispersiva, frammentata e poco influente – per assumere, invece, una pastorale che faccia perno sull’essenziale».  E l’essenziale, nella catechesi, è fare “incontrare Gesù”.
Martedì 16 settembre è intervenuto don Bernardino Giordano della Consulta di Pastorale familiare, su “Problemi su cui riflettere e per cui dobbiamo pregare”, partendo da un’ampia ed articolata presentazione dell’Instrumentum laboris in vista del Sinodo dei vescovi. La Chiesa si china sulla famiglia. Il 2014 e il 2015 saranno, infatti, due anni importantissimi per la famiglia. Non era mai accaduto nella storia della Chiesa che un pontefice convocasse a un anno di distanza l’uno dall’altro due Sinodi, uno straordinario e l’altro ordinario sullo stesso tema: “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. E non poteva essere altrimenti, vista la profonda crisi spirituale e sociale che ha colpito soprattutto la famiglia. Il cammino di preparazione al Sinodo è iniziato nell’autunno 2013, quando a tutte le diocesi del mondo è stato inviato un questionario con una serie di domande sulla situazione delle famiglie. Adesso il cammino prosegue con questo importantissimo documento in cui sono raccolte, tra l’altro, le risposte giunte in Vaticano da tutte le parti del mondo.
Un documento indispensabile, dunque, che offre un ampio quadro della situazione familiare odierna, delle sue sfide e delle riflessioni che suscita. Una bussola per orientarsi sul difficile momento che sta attraversando la famiglia, ma soprattutto un forte invito a tornare ad annunziare il Vangelo della famiglia, cioè che la famiglia, nonostante le luci e le ombre, è la cosa più bella del mondo, basata sul matrimonio tra uomo e donna creati ad immagine di Dio, che col sacramento nuziale parlano di una realtà non solo umana ma divina. Famiglia, cellula fondamentale della società. Ma famiglia in crisi. Ruota su questi due assi l’Instrumentum. Un ritratto analitico delle principali sfide e difficoltà che i nuclei famigliari devono affrontare oggi, con una riflessione costante sull’aiuto offerto dalla Chiesa già in atto, o da attuare. Disgregata, scoraggiata, confusa, poco preparata. La famiglia di oggi viene presentata così. Ma non mancano i segnali di speranza, soprattutto fra i giovani e là dove l’approccio della Chiesa non è visto come “esclusivo”, bensì “inclusivo” nei riguardi di chi vive situazioni irregolari. Diviso in tre parti, questo testo sarà lo “strumento di lavoro” che guiderà le riflessioni di tutta la Chiesa sulla famiglia, le sue sfide e opportunità. La prima parte è dedicata al Vangelo della famiglia tra disegno di Dio e vocazione della persona. La seconda parte tratta le varie proposte di pastorale familiare, le relative sfide e le situazioni difficili (le convivenze, le unioni di fatto, separati, divorziati e divorziati risposati…). La terza parte presenta dapprima le tematiche relative all’apertura alla vita, quali la conoscenza e le difficoltà nella ricezione del magistero, i suggerimenti pastorali, la prassi sacramentale, la responsabilità educativa dei genitori e la promozione di una mentalità accogliente.
Veramente numerose le sfide, i temi trattati, la sottolineatura della vocazione al matrimonio e, nel “noi” di coppia, la presenza di Gesù, la bellezza del maschile e femminile nella cui distinzione è possibile trovare la propria realizzazione umana, l’importanza di un atteggiamento accogliente che però non può far venire meno la verità: possono cambiare l’approccio e la modalità nell’affrontare le numerose problematiche, ma non i fondamenti. Una riflessione specifica viene dedicata alla difficoltà di comprendere il significato ed il valore della “legge naturale”, posta alla base della dimensione sponsale tra uomo e donna. Per molti, “naturale” è sinonimo di “spontaneo”, il che comporta che i diritti umani vengano intesi come l’autodeterminazione del singolo soggetto che punta alla realizzazione dei propri desideri. E… sempre incoraggiante l’atteggiamento di una vicinanza misericordiosa della Chiesa con una proposta cristiana sulla famiglia fortemente umanizzante a favore della dignità e della grandezza di ogni uomo in un contesto definito da Z. Bauman di “modernità liquida” in cui mancano certezze e valori sicuri di riferimento

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