Dopo 20 anni, Mondovì cambia Vescovo. Il commiato di mons. Pacomio nell’ultima lettera pastorale

Il prossimo 4 novembre si compiranno i 75 anni di età per mons. Pacomio, scadenza nella quale i vescovi sono tenuti a rassegnare le dimissioni.

Sarà disponibile per lunedì 29 agosto, la prima sera della Novena al Santuario di Vico (che quest’anno è “evento giubilare” ogni giorno). Ed è la Lettera pastorale del vescovo, mons. Luciano Pacomio, che sarà tenuta presente nelle riflessioni nel corso della Novena stessa in Basilica, presieduta per intero dallo stesso nostro vescovo. Ha un titolo indicativo: “Il cammino continua: ‘amatevi gli uni gli altri’…”. E si apre con un “commiato sereno”, perché il vescovo esordisce appunto ricordando che “forse è opportuno mettere a tema il mio distacco dalla nostra diocesi di Mondovì, che vivo serenamente, umanamente e cristianamente”. Infatti il prossimo 4 novembre si compiranno i 75 anni di età per mons. Pacomio, scadenza nella quale i vescovi sono tenuti a rassegnare le dimissioni dalla guida delle rispettive diocesi. “E’ un commiato previsto, annunciato, accolto – continua mons. Luciano Pacomio –: preludio e profezia della morte. Di fatto promuove un’esperienza di primavera: nuova comprensione e riproposta di novità di vita nella ‘seconda legge’, Parola di Dio scritta per noi”. “A monte – prosegue – c’è davvero il prematuro, umanamente parlando, commiato di Gesù, saputo, previsto, progettato, a bene di tutti. ‘E’ necessario che io vada, vi manderò lo Spirito Santo che vi ricorderà e vi insegnerà tutto quello che io ho detto’… Sembrano riflessioni ben più alte di una semplice attuazione canonica legata al compimento dei 75 anni di una persona, con servizio episcopale, in successione. Eppure anche questo mio appuntamento coinvolge la storia della nostra Chiesa, e tuttora nel suo ‘piccolo’ (un cantuccio del mondo; un frammento di storia) è evento benedetto di Pasqua”.

“Da un lato – scrive il vescovo – c’è chi attende questo per i disagi avuti con la mia persona e con viva speranza fondata che con la mia successione le vicende, anche pastorali, potranno attuarsi meglio. E il Signore benedice questa forma di buona attesa. Dall’altro lato c’è chi vive il distacco con rammarico e con un po’ di dispiacere, ma comprendendolo nella sua ragionevolezza e nella sua opportunità, comunque si attui la successione, avrà sempre il segno pasquale (dalla morte alla vita) salvifico. Personalmente lo vivo come ‘povero uomo’ nell’ovvio rincrescimento e nella gratitudine di un disagio che riconosce l’età, il venir meno di certe capacità, l’opportunità di un avvicendamento di servizio, la grande necessità di avverare il primato della preghiera e la fondamentale verità del ‘se il chicco di grano non cade a terra e non muore, non porta frutto’… Il che non mi dispensa, se il Signore concede ancora un po’ di vita, che lo viva con un legame grato, memore, pregato che fa ancora ‘più bene’ e produce ulteriori frutti buoni per tutti i membri della nostra Chiesa monregalese: malati, soli; giovani e famiglie; religiose, religiosi; sacerdoti e diaconi, e cercatori di Dio, in modo preconscio, tra noi”.

Quindi mons. Luciano Pacomio si sofferma su quanto può e deve farsi essenziale per i fratelli e le sorelle nella fede. Innanzitutto il fidarsi della Parola di Gesù sempre, guardando al suo stile di vita e di servizio, accogliendo il comandamento nuovo che resta e vale in ogni tempo, incentrato sull’amore scambievole, in cui nutrire e sostenere le “opere di misericordia” che cambiano la storia dal basso in cui siamo, forti della grazia che viene dall’Alto, giorno dopo giorno. La conclusione è ancora riferita alla domanda di ogni anno: “Che cosa dobbiamo fare fratelli?”. E le indicazioni sono alla portata di tutti, anche se esigenti evangelicamente: pregare senza sosta, porre al centro l’Eucaristia, aiutare sempre, compiere gesti di riconciliazione e di misericordia… Quanto basta perché il “cammino continui”. Intanto, mentre il vescovo vede avvicinarsi la conclusione del suo mandato di pastore nella Chiesa monregalese, occorre anche ricordare che il prossimo 6 gennaio ricorreranno i vent’anni della sua ordinazione episcopale. Traguardi e anniversari, da condividere in questa stagione un po’ speciale per la nostra Chiesa.

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