Giubileo sacerdotale a Rebibbia per mons. Luciano Pacomio

A Roma

Il 2015 è per il nostro vescovo mons. Luciano Pacomio l’anno del 50° di ordinazione presbiterale. Evento già ricordato a più riprese (e ancor più lo sarà in settembre) nella gratitudine al Signore che chiama, orienta, sostiene il servizio di chi, con semplicità e verità, gli risponde “Eccomi”. È gratitudine e preghiera per il grande dono del ministero ordinato; per questa ragione il ricordo si estende con riconoscenza a tutti i preti che in questo anno raggiungono traguardi significativi. È evidente però che il giubileo di un vescovo, cioè di chi ha accolto e vive quotidianamente la pienezza del sacramento dell’Ordine, assume una veste particolare non solo per il diretto interessato, ma per tutta la Chiesa, per ciascuno di noi. È evento di grazia e di speranza per il futuro. Ogni vescovo è successore degli apostoli, «apostoli di Cristo, colonna e fondamento della città di Dio!», come ci fa pregare la Liturgia. In tale contesto è per tutti motivo di gioia e di gratitudine al Signore sapere che il 29 giugno, nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, giorno esatto della ricorrenza, il nostro vescovo, quasi in sordina, ha concelebrato a Roma con don Sandro Spriano nel carcere di Rebibbia unitamente ai detenuti e a parte dei volontari che di loro si occupano. Don Sandro, ordinato nel 1965 con mons. Pacomio in S. Filippo a Casale M.to (Al) è cappellano del carcere dal 1991: quando vi è entrato aveva cinquant’anni di vita e ventisei di sacerdozio. Sarebbe stato bello ritrovarsi ancora a Casale per il 50°, ma con vera fraternità da ambo le parti, c’era piena coscienza che nella solennità di lunedì scorso, così significativa per Roma e i romani, gli ospiti del carcere non potevano essere abbandonati. Così poi il nostro vescovo, al pomeriggio dello stesso 29 giugno, alle ore 18, ha celebrato la Messa di orario a Santa Maria Maggiore. Il giorno dopo, 30 giugno Santi Martiri romani, alle ore 8 ha celebrato in S. Pietro all’altare di San Giovanni XXIII.

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