“STI e ISSR, un’eredità da non disperdere ma da ripensare”

I responsabili dello Studio Teologico Interdiocesano e dell. ’Istituto Superiore di Scienze Religiose si rivolgono ai vescovi ed alle Chiese di “Granda”Un Polo teologico a servizio anche della formazione permanente dei presbite

E’ stato reso noto il testo di una lunga lettera da parte dei responsabili dello Studio Teologico Interdiocesano (STI, 25 iscritti) e dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSR, 157 iscritti) di Fossano, prof. don Luca Margaria preside dello STI, prof. don Duilio Albarello, preside dell’ISSR, e prof. don Gianluca Zurra vice-preside di entrambi gli Istituti, indirizzata ai vescovi della diocesi della “Granda” ed ai vicari generali nonché ai segretari dei rispettivi Consigli presbiteriali diocesani, per porre all’attenzione il presente ed il futuro del Polo teologico attivo da decenni. L’intervento è motivato dalla “nuova situazione socio-culturale, che sta interrogando la comunità cristiana su più fronti, esigendo un ripensamento in radice anche per quanto riguarda la presenza della Scuola di teologia sul nostro territorio”. “Consapevoli dell’importanza che riveste questo lavoro – dicono i vertici di STI e ISSR –, desideriamo non sottrarci a tale fatica, né cedere all’idea troppo affrettata di una imminente chiusura dello STI, ma condividere con voi le attese, i sogni, i progetti sulla Scuola teologica, che stiamo portando avanti insieme al corpo docenti ed in ascolto degli studenti, veri protagonisti di questa istituzione”.
L’intervento prende le mosse da quella che è definita “una preziosa eredità nelle nostre mani”, guardando alla storia passata dello STI e dell’ISSR, grazie a tanti vescovi, presbiteri, insegnanti ed alunni che hanno creduto fortemente in questa istituzione. Un consolante dato di fatto è quello riferito a molte generazioni di ministri ordinati formatisi attraverso la Scuola di Fossano insieme a tanti laici che, attraverso di essa, hanno potuto approfondire la fede e acquisire competenze negli impegni pastorali e nell’insegnamento della religione. Ma ora si tratta di ripensare e rilanciare il Polo teologico fossanese, partendo da tre punti di forza, dicono i responsabili di STI ed ISSR. Innanzitutto si sottolinea la rilevanza culturale del Polo teologico a Fossano, che consente un approccio fruttuoso alla “teologia appunto che non è per una élite di addetti ai lavori, a lato delle nostre Chiese e lontano dalle nostre vite, ma, come sempre è avvenuto a Fossano, è lo spazio entro cui la fede cristiana acquisisce la sua consapevolezza critica e criteri necessari per dialogare con la cultura ambiente di oggi, pena l’insignificanza della fede stessa”. Quindi si ribadisce una valenza ecclesiale: “Se è vero che lo stile è parte integrante del contenuto, allora un Polo teologico che da decenni è una vera e propria espressione sinodale di cinque diocesi, è un’esperienza rara e senza dubbio da non perdere. Lo stile collegiale di Chiese che nella formazione camminano insieme è già di per sé un processo pratico che educa ad una ecclesiologia di comunione non retorica, ma effettivamente vissuta… Man mano che passano gli anni, le generazioni di presbiteri e laici che si sono formati allo STI ed all’ISSR, pur nella diversità di ciascuno, riconoscono con più facilità un legame, una sintonia di fondo, un modo di essere che genera un certo accordo grazie al quale è più semplice lavorare ed esercitare il proprio servizio ministeriale”. Infine un profilo pastorale: “La Scuola di teologia non è e non ha mai voluto essere un corpo estraneo rispetto alle Chiese locali ed al loro agire pastorale. L’idea che la teologia sarebbe teorico-astratta e la pastorale, invece, pratica e ‘con i piedi per terra’ è un’idea superficiale da superare e che in ogni caso risulta lontana da ciò che a Fossano si cerca di svolgere: siamo ben convinti che la riflessione teologica è sempre la ripresa di un vissuto credente ed ecclesiale e che, viceversa, il vissuto credente ed ecclesiale esige la riflessione critica, perché sia fondato e in continuo dialogo con la cultura”.
Alla luce da queste convinzioni, si afferma che sarebbe “un obiettivo impoverimento per le nostre Chiese” non mantenere in vita STI ed ISSR. Per evitare questo passo, i responsabili del Polo teologico dichiarano l’intento di “impegnarsi in un processo di ristrutturazione”, chiedendo ai pastori delle Chiese cuneesi “l’appoggio necessario e la certezza che lo STI e l’ISSR rappresentino un decisivo investimento formativo e non semplicemente una pesantezza economica da cancellare al più presto”, evitando di “prendere decisioni affrettate” in mesi in cui le responsabilità delle diocesi sono in prossimità di nuove presenze e di varie scadenze. La ristrutturazione cui si fa cenno è già parzialmente in atto per la “progressiva integrazione di corsi tra STI ed ISSR che permette il rilancio, anche numerico, dello STI, oltre ad uno snellimento di corsi e di impegni per i professori, che attualmente sono quasi i medesimi per i due Istituti”.
Infine un sogno: “Se unissimo davvero le forze migliori, la passione necessaria ed il discernimento spirituale delle nostre Chiese attorno al Polo teologico-formativo di Fossano senza disperdere inutili energie, perché non pensare a questo luogo per la formazione permanente dei nostri presbiteri, inventando itinerari e forme nuove? Perché non immaginare che questo luogo diventi un laboratorio in cui, preti e laici insieme rielaborano l’esperienza della fede per il mondo d’oggi, condividendo in modo creativo la costruzione della Chiesa presente e del futuro?”.
“Riteniamo – è la conclusione – che sarebbe urgente, in questo anno di passaggio, il coinvolgimento diretto dei presbiteri diocesani per confrontarci e creare attenzione attorno al rinnovamento in corso della Scuola di Fossano”.

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