Buongiorno, ci presentiamo: noi siamo fra quelli che puntano il "ditino". Quelli che la scorsa settimana, collegandosi all'annuncio degli ospiti a “Collisioni” (Lenny Kravitz), hanno rivolto al Comune la domanda: si ripeterà la collaborazione? La risposta è stata "no", ma soprattutto è stato toccato il tasto del Testamento Fracchia, quello su cui poi è nato il "Premio". Un tesoretto da 130 mila euro, che oggi è ridotto ai minimi dopo che è stato utilizzato dal Comune (Amministrazione Viglione) per finanziare tre edizioni di "Collisioni a Mondovì".
Ci ha favorevolmente sorpresi leggere, questa settimana, l'editoriale sul settimanale "Provincia Granda" che, magari proprio rispondendo al nostro auspicio («Ci piacerebbe che questo articolo suscitasse un qualche tipo di reazione. Anche fortemente offesa, perché no: ma ci piacerebbe»), raccoglie il tema. A differenza nostra, i colleghi stigmatizzano chi -come noi, tra l'altro- punta il dito (anzi: "il ditino", scrivono, "ditino") contro la questione. E attaccano "chi fa finta di non ricordare".
In realtà, e scusate se ci permettiamo, secondo noi non si tratta di memoria lunga o corta. Noi crediamo (ma potremmo sbagliarci) che alcune cose possano essere ripercorse sul lungo periodo: soprattutto quando non sono poi così note. Per esempio: nessuno, prima, aveva esplicitamente scritto che sul fondo del lascito erano rimasti solo 7 mila euro. Magari ci sbagliamo. O magari, invece, è il solito caso da proverbio cinese: tu indichi la luna, quello a fianco guarda il dito (ditino). Un po' paradossale, ma è così.