Il circolo Lionetto, di recente riaperto dopo una lunga parentesi, è uno degli storici ritrovi della controcultura monregalese, attivo fin dai primi anni '90 e attualmente operativo in quel di Villanova Mondovì. Una controcultura ironica, blanda e bonaria, che però da sempre offre spunti di riflessione alternativi. Non poteva mancare, dunque, l'incontro tra il Lionetto e Andrea Pettiti, giovane pittore monregalese già presentato in una personale presso l'Antico Palazzo di Città (vedi quanto ne avevo scritto qui) e uno dei due autori della decorazione dello scalone monregalese.
I dipinti di Pettiti hanno sempre un che di unheimlich, di sottilmente - e nemmeno tanto sottilmente - inquietante. Ma se guardiamo meglio, notiamo che è frequente il riferimento - ironico o meno, non ci è dato di saperlo... - ai temi del complottismo da sempre presenti, ma di recente riemersi all'attenzione globale con l'esplosione della rete (come ricorda in questi tempi anche il buon Gabbani nel suo ultimo videoclip "Pachidermi e Pappagalli", rilasciato in parallelo alla sua visita monregalese). Ad esempio, questa figura femminile si traccia un triangolo sull'occhio, e sullo sfondo, sfocato, appare il "triangolo con l'occhio", simbolo massonico settecentesco presente nel dollaro americano del 1933, tuttora in vigore (e che ha scatenato da allora infinite speculazioni).
Il tema del triangolo ritorna anche nella cartellonistica stradale rielaborata che l'autore espone, dove i "lavori in corso", pare di cogliere, sono quelli di un omino plutocrate ricalcato sul capitalista simbolo del Monopoli.
Ma anche un terzo, più recente, nucleo di opere mantiene il tema complottista su uno sfondo quasi subliminale. Questi pezzi astratti che sono i più recenti lavori del giovane autore, infatti, sono apparentemente puri esercizi di stile sulle variazioni del tema dell'arabesco dell'arte moresca; tuttavia, come possiamo notare, talvolta appare il riferimento al "2021", cifra ricorrente nell'immaginario dell'artista, spesso in passato associata a figure vagamente aliene. Una sorta di lisergica profezia apocalittica, dopo la delusione del mondo esoterico per la mancata fine del mondo Maya nel 2012, che ritorna a cifre invertite?
Il clima post-apocalittico pare confermato anche da alcune delle opere grafiche, dove appare il tema della maschera antigas (o antiradiazioni?) già apparso in altri suoi lavori. Insomma, una sottile traccia inquietante, che si potrà apprezzare nella saletta d'arte del Lionetto fino al prossimo 15 novembre.