Si è da poco conclusa la bella mostra di Francesco Segreti presso l'Antico Palazzo di Città a Mondovì Piazza, di cui vedete qui sopra l'elegante locandina. Segreti, che a Mondovì ha organizzato vari eventi artistici innovativi per il monregalese, portando l'arte per strada e in piazza (ne ho parlato in vari articoli del mio blog, qui) realizza in questo caso una esposizione per certi versi più tradizionale, in cui ha esposto lo stato attuale della sua ricerca artistica, in continuità con le ricerche precedenti ed alcune innovazioni.
La mostra ragiona, ovviamente, su Scorie (anzi, Skorie con la K) e Storie, usando materiali di riuso, o comunque poveri, objets trouvés, per dare loro una nuova narrazione. Storie da Scorie, appunto. Nella prima sala quindi, assieme ai legni che sono un classico della produzione dell'autore, si trovano anche sovrapposizioni zen di pietre in varie tipologie e composizioni, assieme ad opere pittoriche nel solco del suo lavoro. Interessante da notare anche un - raro - dipinto "figurativo", a differenza di una produzione prevalentemente astratta. Ma, in fondo, anche qui ritornano linee e forme tipiche di Segreti, e quindi il pezzo, rara avis, è un modo per sottolineare la relatività di questa distinzione in ambito artistico, sovente più merceologica che sostanziale.
L'autore inserisce poi, a commento della mostra, quattro contributi testuali, che si possono visionare nella pagina fb dell'autore, scorrendo i vari post (vedi qui). Si tratta di tre testi in vario modo "critici" (uno è anche un mio contributo, nel taglio fantascientifico che mi è tipico, assieme a uno scritto di Pietro Piumetti e a uno di Gigi Garelli) e il quarto, non sinottico, è quello di un autore singolare come il monregalese Marco Roascio che reinterpreta tutto con uno dei suoi classici "anagrammi d'arte".
E c'è in effetti anche qualcosa di science fiction in questa sperimentazione segretiana: molto belle le tre Lune, che di nuovo giocano sulla sospensione tra astrazione (quasi nel suprematismo di Malevich, cerchi d vari colori su un neutro sfondo bianco) e la suggestione di triplici lune aliene, grazie alla superficie scabra e in rilievo dei tre dipinti.
Belle anche sculture come questa, una sorta di monoliti non-celtici, sculture primitive dalle misteriose scanalature che non stupirebbe trovare nelle illustrazioni di un volume di Lovecraft o similari. Scorie, appunto, di un lontano passato sepolto, ormai indecifrabile, che proprio per questo ci evocano storie perdute che ci affascina inventare.