Artico 1: tra cantautorato ed elettronica

Il meteo grazia la prima serata del festival braidese su cui, a dispetto di previsioni nefaste, cadono pochissime gocce di pioggia. I Coma cose infiammano il palco della kermesse, riscuotendo un grande successo. Convincono anche le performance di Generic Animal e Joe

Non c'è dubbio: quella di venerdì 22 giugno è la grande serata di Bra. Il Centro storico libero dal traffico è invaso da una folla sterminata di famiglie e giovani. Un po' dovunque, nelle strade e nelle vie del centro, sono disseminati gli stands dei bar e delle mescite e le consolle dei dj, che animano con le loro playlist il grande aperitivo del fine settimana braidese. In concomitanza, pochi chilometri più in alto, nel parco della Zizzola, comincia Artico, uno dei festival più interessanti del cuneese, crocevia di giovani artisti, tra arte figurativa e performativa, tra performance circensi e disegni, tra musica e danza. Per raggiungere il parco l'organizzazione ha predisposto un sistema di navette, che in pochi minuti si fanno largo attraverso le strette vie e conducono i visitatori a destinazione. Una volta varcati i cancelli si è catapultati in una piccola oasi dell'arte e del divertimento, ospitata in uno spazio di grande suggestione e bellezza non comune. Sicuramente la Zizzola è una componente decisiva del fascino di questa manifestazione.

Quando ad Artico Joe sale sul palco per aprire il live il giorno comincia a stingersi per declinare nella notte; la metamorfosi dei colori del cielo, sul vasto panorama sotto la collina e sull'edificio principale, insieme ai riflessi del parco luci, che sottolineano le note del concerto, sintetizzano un momento di bellezza che, da solo, potrebbe valere il prezzo del biglietto. Tra un concerto e l'altro, o tra una canzone e l'altra, si può fare un giro per il parco, curiosare tra le bancarelle di artigianato, sbirciare tra i vestiti in vendita. In alcuni momenti, anche ammirare le evoluzioni degli artisti della scuola di circo Up, che hanno approntato uno spazio con tanto di nastri, per le loro acrobazie.

In fondo, in un piccolo edificio aperto, sono esposti i lavori dedicati dagli illustratori al tema della manifestazione: “Equilibri”. Tutti lavori che richiamano alla curiosa condizione dei nostri tempi, in cui tutto sembra perennemente in precario equilibrio su un baratro, come se da un momento all'altro, per un nonnulla, potesse precipitare nel vuoto.

Joe è una cantautrice dalla voce calda e scura. La sua vocalità ricorda un po' Maria Antonietta, pur con molto meno birignao. Tra le canzoni del suo set c'è spazio anche per una divertita cover degli Arctic Monkeys.

Il secondo a salire sul palco è il milanese Luca Galizia, in arte Generic Animal, un ragazzo timidissimo e garbato, che sale sul palco armato di sola chitarra e computer Apple per le basi. È il primo live piemontese per il ragazzo: vocalmente preciso (nonostante un autotune a volte un po’ invadente), con buona presenza scenica. Live nel complesso gradevole, con basi piuttosto rarefatte che danno corpo alle canzoni senza disturbare il leitmotiv di chitarra acustica e voce. Nessuna sbavatura e momenti di alto livello, come l’esemplare interpretazione di Gattino, ultimo singolo uscito in ordine di tempo. Canzoni metropolitane, storie semplici, anche nelle parole, suonate con approccio minimale, ma molto ritmico, ideale, se non proprio per ballare, quantomeno per cercare una sintonia sotterranea con il pubblico, per allineare sullo stesso tempo il battito interiore di tutti. Luca spende poche, ingenue, parole tra un brano e l'altro, creando la sensazione di non essere ad un festival, ad un concerto, ma nel salotto di casa sua, mentre vi fa ascoltare le creazioni partorite pochi minuti prima per la prima volta.

Una sensazione di semplicità e spontaneità casalinga che caratterizza un certo filone della scena indipendente italiana. Durante la sua esibizione, ai piedi del palco, si svolge il live painting del giovane artista Albhey Longo, edito da Bao, che omaggia il festival con un disegno realizzato in diretta.

In ultimo salgono sul palco i Coma Cose. Headliners della serata il duo di Milano è in orbita da relativamente poco tempo ma già tra i nomi più in voga della scena. La prestazione delle nuove star indie trap è di livello: ottimo cantato, pezzi interpretati magistralmente e la batteria acustica dà quel tocco in più: promossi a pieni voti.

Accompagnati dal batterista dotato di una solida pacca e basi a tutta elettronica i due rapper saltellano per il palco e snocciolano le canzoni con sicurezza e con intensità. Caratteristiche che, a detta di diversi tra i presenti, non avevano nello show tenuto all'Astoria a Torino pochi mesi fa, ma la ventina di date di tour intercorse tra quello spettacolo e questo live, indubbiamente, ci fanno. E ci fa il pubblico, caldo come non mai, carico, pronto a rispondere alle parole di tutte le canzoni in scaletta. Tant'è che a fine set i due concedono una serie nutrita di bis, ripetendo i brani per esaurimento, per poi chiudere la performance sopraffatti da un'invasione di palco da parte della folla, che conclude il brano "Post Concerto" danzando insieme ai due artisti.

Non era mai successo prima, come raccontano loro stessi poco dopo, nel backstage, raggianti per lo spettacolo appena concluso. Quando succedono queste cose i musicisti normalmente capiscono che, dopo la gavetta, le cose cominciano a girare per il verso giusto. Sicuramente alla Zizzola di Bra si è assistito a una solida conferma del posto che i Coma Cose hanno iniziato ad occupare nel cuore di una buona fetta del pubblico italiano.

La serata si conclude con il dj set targato Xanax party, con una selezione di brani che, dagli ultimi successi, si spinge indietro fino agli anni '70, nel meglio del pop internazionale, oscillando tra pezzi più orientati al rock ed altri più danzerecci.

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