A Carcare il sindaco firma l’ordinanza anti-profughi

Un atto che ha creato grande scalpore e diviso a metà l’opinione pubblica.

Il divieto di dimora (anche occasionale) di persone provenienti dai Paesi dall’area africana o asiatica presso qualsiasi struttura d’accoglienza, prive di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare. E’ quanto dispone l’ordinanza emanata la scorsa settimana dal sindaco di Carcare Franco Bologna e volta a prevenire eventuali nuovi arrivi di profughi nella cittadina valbormidese. Il documento si ispira a quello emanato lo scorso anno dal sindaco di Alassio, Enzo Canepa. «Dal mese di aprile 2014 ad oggi – si legge nel documento – sono transitati sul territorio comunale numerosi cittadini extracomunitari provenienti da diversi Paesi africani e asiatici, tra cui Siria, Nigeria, Ghana, Eritrea, Gambia, Sudan, Somalia, ospitati in locali gestiti da cooperative sociali in convenzione con la Prefettura. In questi Paesi, sia di origine sia di transito, in assenza di adeguate misure di profilassi sono ancora presenti numerose malattie contagiose ed infettive quali ad esempio Tbc, scabbia e Hiv. Negli uffici comunali non sono mai pervenuti documenti sanitari atti a certificare la totale assenza di patologie infettive e contagiose da parte degli extracomunitari presenti sul territorio comunale».

“Il casus belli” è scoppiato una decina di giorni fa quando la Prefettura ha deciso di affidare ad una cooperativa sociale la gestione dell’accoglienza di alcuni profughi in diversi alloggi presenti sul territorio comunale carcarese. Locali situati nei pressi di un centro commerciale dove tra l’altro sono dislocati numerosi uffici di attività professionali e l’Asilo nido infantile, una struttura frequentata da “minori potenzialmente più a rischio dal punto di vista sanitario”.

ARTICOLO COMPLETO su L'Unione Monregalkese del 29 giugno 2016

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