Botte alla madre, truffa al ristorante… tutto rinviato

Processi che, cominciati a Mondovì, dovranno ripartire da zero a Cuneo o a Saluzzo. 

Un 40enne di Magliano a processo per aver picchiato ripetutamente la madre, il fratello e la sorella. Un sottufficiale dei paracadutisti imputato per una truffa che ruota attorno a un ristorante aperto in Libano. Un extracomunitario accusato di stalking verso una donna di Villanova, perseguitata al telefono e di persona. Sono solo tre dei processi che, cominciati a Mondovì, dovranno ripartire da zero a Cuneo o a Saluzzo. È l’effetto del trasferimento del giudice Alessandra Coccoli, che ha abbandonato il Tribunale monregalese e ha assunto un nuovo incarico a Savona. La conseguenza è che tutti i processi devono essere riassegnati a un nuovo giudice. Questo cambio di giudice concede alle parti in causa, in primis ai difensori, la facoltà di chiedere che il processo riparta da capo allo scopo di far tornare a deporre tutti i testimoni: non è detto che accada, ma in alcuni casi è estremamente probabile. I processi in questione si sarebbero dovuti tenere la scorsa settimana, giovedì 25 febbraio.

Il “padano” che pestava la madre
Uno di questi processi (rinviato e trasferito a Cuneo) riguarda I.B., maglianese, accusato di lesioni aggravate ai danni dei suoi stessi famigliari: in primis la madre, picchiata a ripetizione (pugni anche al viso, graffi morsi fino al lancio di oggetti) e a cui l’uomo avrebbe anche spaccato il naso, la sorella e il fratello. Infine, a processo in corso, si è anche aggiunta l’imputazione per minaccia al dottore che, per conto del pubblico ministero, aveva analizzato i referti. Le minacce al medico sarebbero arrivate via cellulare: «Tanto la pagherete quando sarà finito tutto, io sono un vero “padano” duro e non mollo».

La truffa del ristorante libanese
Rinviato e trasferito a Saluzzo il processo a F.I., sottufficiale del Reggimento Carabinieri paracadutisti, imputato assieme a un uomo di origini libanesi, I.E.K. Una vicenda che nasce e si svolge interamente in Libano, poi finita in Tribunale a Mondovì (ora Cuneo) per questioni di competenza territoriale. Un caso di presunta truffa risalente al 2009, che ruota attorno a un ristorante italiano aperto a Beirut. Sono stati due imprenditori genovesi ad aver denunciato il parà e il libanese, dichiarando di essere stati raggirati dai due che li avevano convinti ad aprire quel locale (“L’angolo italiano”), chiuso pochissimi mesi dopo. Del denaro versato dagli imprenditori si sarebbero perse le tracce.

Stalking verso la ex
Un caso del 2013: B.B., marocchino residente a Pianfei, è accusato di stalking ai danni della sua ex di Villanova. La donna aveva sporto denuncia raccontando una brutta storia di una relazione sentimentale, condita da richieste sempre più forzate di natura sessuale e di scene di altro tipo (controllo delle telefonate, minacce alle amiche). Quando la storia si concluse, cominciarono telefonate e sms in continuazione, di giorno e di notte (dal contenuto ingiurioso e minaccioso). La donna avrebbe anche detto di essere stata pedinata fino a casa, dove l’uomo avrebbe insistito per entrare. Il processo è stato trasferito a Cuneo.

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