Weekend di allagamenti: ecco i danni, scatta la polemica

Decine di interventi: frane, edifici chiusi, canali allagati. C'è anche qualche polemica sugli interventi.

Mondovì: allagamenti in città e nelle frazioni, la polemica
(m.t.) – Oltre sedici interventi in un solo giorno, per i Vigili del fuoco. Il mini-nubifragio che si è abbattuto sulla città tra domenica 28 e lunedì 29 febbraio ha causato decine di danni e disagi, soprattutto nelle frazioni: cantine e garage allagati, con residenti costretti a fare i conti con autorimesse completamente invase dalla pioggia e strade impercorribili.
Nella notte si sono riempite cantine e campi nelle zone periferiche fra via Cuneo e Sant’Anna, dove è straripato il rio Bozzolo invadendo la strada che porta alla frazione e allagando prati, cantine e garage delle numerose abitazioni della zona (emblematica la foto che ritrae un camper semi sommerso: il proprietario avrebbe cercato di metterlo in salvo, ma senza successo).
Alcuni residenti lamentano di aver aver passato ore a pompare via l’acqua con mezzi propri, prima dell’arrivo dei soccorsi: ma Vigili del fuoco, volontari della Protezione civile, Carabinieri e Polizia municipale sono stati impegnati tutto il giorno senza sosta. Tuttavia, a emergenza terminata, si è scoperto che i canali sarebbero straripati anche a causa di una grande quantità di rifiuti e sfalci che erano stati gettati sul fondo: quando l’acqua si è ritirata sono stati trovati resti di edera tagliata e perfino cassette di plastica.
Lunedì sono state chiuse via Vecchia di Cuneo e via Vecchia di Pianfei per sversamento delle bialere. Un lieve smottamento è sceso in via Pascomonti, fra Mondovì e Briaglia: la strada è stata chiusa al traffico. La situazione si è andata normalizzando nel corso della mattinata. Segnalazioni di disagi e allagamenti anche all’Altipiano e a Breolungi. Fortunatamente nessun edificio è stato danneggiato al punto da imporre un’ordinanza di evacuazione. Allagato anche il locale caldaie dell’Asilo nido comunale di via Ortigara, che è rimasto chiuso martedì 1 marzo
A destra (foto di Raffaele Sasso): una delle zone allagate fra via Cuneo e Sant’Anna.

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Dogliani: frana tra Borgo e Castello. Chiusa la strada della “Corogna”
(a.l.) – Prima la neve, poi la pioggia, infine il sole. Sono stati giorni intensi per le particolari condizioni meteo che hanno colpito il nostro territorio. La nevicata nella notte tra sabato e domenica, tanto auspicata in montagna, in pianura non ha creato particolari problemi. Più critica, ma sotto controllo, la situazione nelle giornate di domenica e lunedì, quando i fiocchi bianchi hanno lasciato posto ad un’intensa pioggia. In molti casi le cunette stradali, già cariche di neve, non hanno sopportato l’enorme carico di acqua, favorendo alcuni allagamenti. Anche dal punto di vista degli smottamenti, sono da registrare alcune problematiche.
A Dogliani, per esempio, nella mattinata di lunedì, attorno alle 6,30, una piccola frana ha invaso una carreggiata della Provinciale, nel tratto, sempre critico, che collega il Borgo a Castello. Sul posto sono subito intervenuti i volontari della Protezione civile doglianese che, insieme ai cantonieri del Comune e ai tecnici della Provincia, in alcune ore hanno ripristinato la situazione e la viabilità. Sempre a Dogliani, il sindaco Franco Paruzzo è stato costretto ad emettere un’ordinanza per la chiusura della strada comunale che da Piancerretto porta a Naviante, la cosiddetta “Corogna”. Anche qui la causa è un movimento franoso insistente sia a monte che a valle della strada.
A Magliano Alpi, le forti piogge hanno costretto alla chiusura, lunedì, degli Uffici postali di via Langhe, a causa di infiltrazioni nell’edificio delle ex-Scuole. Problemi anche in via Perotta, complice uno smottamento.
A Rocca de’ Baldi, alcuni disagi per l’esondazione della bialera in via Basse (frazione Carleveri) e smottamento consistente sulla Provinciale 120, che da Rocca de’ Baldi scende verso il rio Pogliola.
A Carrù, situazione tutto sommato tranquilla, salvo alcune piccole esondazioni dovute alle cunette stradali ostruite dalla neve. Il sindaco, Stefania Ieriti, ha provveduto, precauzionalmente, alla chiusura di strada Fossarotto nelle giornate di domenica e lunedì, già al centro di grattacapi in passato. Per fortuna, però, non si sono registrati problemi.

Valbormida: 10 ore di black out, i primi cittadini chiedono maggiore prevenzione
(m.a.) – La prima nevicata dell’anno, quella occorsa tra sabato 27 e domenica 28 febbraio, nonostante il manto non abbia raggiunto livelli significativi (considerato il periodo invernale e l’altitudine dei paesi interessati), ha causato non pochi disagi, mettendo in evidenza vecchie “magagne”. Particolarmente “colpiti” Roccavignale, Plodio, Cosseria e Bormida dove si sono verificati preoccupanti black out elettrici. Grande il disappunto del sindaco di Plodio, Gabriele Badano: «Vorrei esprimere, a nome dei cittadini di Plodio che orgogliosamente rappresento, il mio sconcerto e rammarico per la situazione verificatasi nella notte tra sabato e domenica. Non è possibile che per una nevicata normale, un palmo o poco più a seconda delle zone, si resti al buio e al freddo per più di dieci ore. Mi è stato riferito che gli operai di turno hanno lavorato per noi appena si è verificato il guasto, vale a dire dalle 2 del mattino. Encomiabile. Tuttavia non si deve lavorare sempre in emergenza! Non è la prima volta che accadono problemi importanti sulla rete elettrica della media tensione, lasciandoci al buio e nella preoccupazione per i bambini, gli anziani e i malati. A Plodio abitano persone che hanno necessità pressoché continua di un dispositivo elettrico per respirare. Chiediamo con forza che si metta in opera un piano serio di manutenzione delle linee elettriche nonché delle cabine di trasformazione. 10 centimetri di neve non devono provocare 10 ore di black out!».
Situazione molto simile si è verificata a Roccavignale, dove domenica mattina il sindaco Amedeo Fracchia ha scritto a Prefettura e Protezione civile: «Mi permetto di nuovo di disturbarvi per il solito problema relativo alle interruzioni di corrente elettrica. Come ultimamente succede, per pochi centimetri di neve o poche gocce di pioggia, manca la corrente per ore. In particolare dalle 5 di questa mattina siamo senza energia elettrica. Ho contattato oltre il numero verde e il numero che i vertici dell’Enel mi hanno fornito, anche le squadre di pronto intervento, ma non si è ancora visto nessuno! Non sto neppure a dire quante chiamate sto ricevendo dagli anziani che da oltre 5 ore sono senza riscaldamento. La temperatura nelle case attualmente è inferiore ai 10 gradi in tutte le abitazioni. Credo che la situazione sia arrivata al limite della sopportazione e spero che un suo intervento diretto possa sollecitare innanzitutto la risoluzione del guasto ma soprattutto un incentivo per la risoluzione definitiva del problema. Resto comunque in attesa di un suo riscontro su come potere gestire la questione del riscaldamento con gli anziani che non possono ovviamente essere trasferiti tutti in una struttura al caldo in qualche altro paese». Nel primo pomeriggio di domenica la situazione è fortunatamente rientrata, ma ciò non toglie che il problema debba essere individuato e risolto all’origine e definitivamente, altrimenti in casi di emergenza tornerà sistematicamente a ripresentarsi.
Unica nota positiva, in questa emergenza, il grande clima di solidarietà che si è creato tra i Comuni. «Insieme hai colleghi di Bormida e Plodio abbiamo certato di fare un fronte comune per trovare il bandolo della matassa – spiega il sindaco di Cosseria Roberto Molinaro – e risolvere i numerosi problemi emersi. In questa occasione, inoltre, mi sono reso conto di come sia sempre più necessario avere in paese un gruppo di Protezione civile che cercheremo di costituire in collaborazione con quello già esistente a Plodio».

Trinità: tutto il paese allagato
(m.c.) – «Trinità è sott’acqua». Con queste parole, lunedì mattina il sindaco di Trinità, Ernesta Zucco, ha descritto la situazione del paese, allagato in più zone a causa delle forti piogge riversatesi sul territorio durante la domenica notte. La grande quantità d’acqua caduta al suolo, unita alla siccità del terreno delle scorse settimane, ha creato grandi problemi un po’ dappertutto, interessando scantinati e garage di numerose abitazioni. Lunedì mattina sono straripati quasi tutti i corsi d’acqua: il torrente Veglia, il Mondalavia e la “bealera maestra” di Cherasco hanno rotto gli argini e si sono riversati per le strade e nelle campagne circostanti. «Sono allagate numerose zone del paese – ha spiegato il primo cittadino –. Dall’area della stazione alla frazione San Giovanni. Le forti piogge inoltre hanno causato nuovo distacco di materiale dalla frana di via Salmour, che adesso è in continuo movimento». Sul posto hanno lavorato per parecchio tempo le squadre locali della Protezione civile e i Vigili del fuoco, per cercare di mettere in sicurezza la zona ed aiutare i cittadini a liberare la cantine dall’acqua.

Valanga sul “Rosso” a Prato Nevoso e frana a Monastero
(m.b.) – In quota, un metro e mezzo di neve fresca garantisce finalmente l’apertura di tutti gli impianti. A valle, la pioggia incessante del weekend ha dissetato finalmente la terra. Ma anche questa volta non senza conseguente: allagamenti e difficoltà si sono registrati un po’ ovunque. Qualche albero abbattuto ha temporaneamente interrotto la circolazione sulla provinciale della valle Casotto, ma gli episodi maggiori si sono registrati a Prato Nevoso e Monastero di Vasco.
Nella mattinata di lunedì, una lastra di ghiaccio si è staccata dal versante della Caudano (alla sinistra del Rosso, verso il Verde), trascinando con sé una valanga che si è abbattuta sulla partenza della seggiovia biposto Rosso, impianto necessario per il collegamento con Artesina. Un distacco causato probabilmente dalla quantità di neve scesa nel weekend. All’alba di lunedì, i tecnici della stazione sciistica avevano provveduto a mettere in sicurezza l’area della Conca, aperta al pubblico. Quanto alla zona del verde e del rosso, erano state fatte esplodere le mine, ma poi si era preferito tenerle chiuse per motivi di sicurezza. «Un paio d’ore prima – spiega il direttore tecnico delle piste Enrico Martina – avevamo fatto un tentativo di bonificare l’area con la dinamite e successivamente ci ho sciato sopra per testare la zona, ma non si è staccato nulla». Eppure, verso le 10,30 è avvenuto il distacco, con la neve crollata sulla cabina e sulla sala comandi dell’impianto. Fortunatamente, non c’era nessuno: né sciatori né operatori sono rimasti coinvolti. «Purtroppo – continua Martina – la massa di neve ha danneggiato la cabina, i quadri elettrici e i comandi dell’impianto. La casetta di legno alla partenza è stata scoperchiata e due pareti abbattute, ma fortunatamente nessuno è stato coinvolto». I danni e il costo delle riparazioni sono ancora da quantificare, ma la Società conta di riaprire il Rosso già per sabato. A liberare la zona hanno lavorato tutti, dagli addetti alle piste ai maestri di sci, e adesso ci si dedica alla riparazione dei comandi. Già martedì l’intera zona è stata completamente messa in sicurezza e l’impianto del Verde è stato aperto agli sciatori.
La frana a Monastero di Vasco
Si è staccata nella giornata di lunedì 29 febbraio, praticamente all’altezza di via del Tech, la frana che ha invaso la carreggiata di via del Lume, la vecchia strada che da Niere sale a Monastero di Vasco. Uno smottamento abbastanza notevole, che per fortuna non ha coinvolto né immobili né auto. Si è staccata poco al di sotto di un’abitazione, che tuttavia è rimasta in sicurezza. Già effettiva l’ordinanza del sindaco Giuseppe Zarcone, che ha immediatamente chiuso al traffico la zona. «Nella mattinata di martedì – spiega il vicesindaco, Giorgio Musso – sono venuti i tecnici della Regione per il sopralluogo». Si provvederà alla rimozione del materiale, sperando, per un eventuale intervento sostanzioso (muro di contenimento e regimazione delle acque), nel supporto dell’Ente regionale.

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