Le “bije” di Farigliano saranno patrimonio dell’Unesco?

Un team di esperti, del quale fa parte Giancarlo Tavella, sta lavorando da tempo: la candidatura sarà pronta tra un anno. «Sarebbe un grande risultato, per valorizzare la tradizione del paese»

Gioco antico, tradizionale, che probabilmente risale addirittura al 1300, al quale da sempre possono giocare solo le donne. I birilli, anzi le “bije” di Farigliano, a breve potrebbero diventare “patrimonio dell’umanità Unesco”. A svelarci la gustosa ipotesi è Giancarlo Tavella, ex sindaco e responsabile dell’Associazione “Birilli di Farigliano”, che da tempo sta lavorando al progetto di candidatura. «Tutto è iniziato nel 2005, da quando cioè è stata avviata la collaborazione con l’Associazione “Giochi antichi tradizionali” di Verona, che organizza anche il festival “Tocatì”, nel centro storico – racconta –. Dopo diverse edizioni, il festival oggi comprende una serie di giochi tipici di tutta Italia e si è aperto anche al mondo, con partecipazioni dalla Francia e addirittura dalla Cina, dalla Korea e da altri Paesi». Viste le dimensioni raggiunte anno dopo anno dalla “comunità dei giochi tradizionali”, Tavella e altri appassionati del genere hanno intrapreso l’iter per la candidatura Unesco. «Il gioco tradizionale è già riconosciuto “patrimonio immateriale dell’umanità” – precisa Tavella –, ma questo sarebbe uno step successivo, ancora più importante per Farigliano. Ora puntiamo infatti al riconoscimento del festival “Tocatì” come insieme di pratiche svolte dalle comunità ludiche. Il riconoscimento come “bene immateriale” infatti riguarda un po’ tutti i giochi in generale, mentre questo sarebbe rivolto in particolare ai 12 o 13 giochi che fanno parte della candidatura, tra cui appunto le nostre “bije”. Ognuno dei giochi dell’elenco ha infatti una particolarità unica. Quello di Farigliano, ad esempio, è l’unico gioco “di genere”, al quale cioè possono partecipare solo le donne. Se arriverà la bella notizia, la comunità dei birilli di Farigliano farà parte del riconoscimento, come buona pratica di gioco. Sarebbe un risultato importantissimo per noi, che permetterebbe di preservare e valorizzare sempre più una parte importante del nostro patrimonio culturale».

 

Gli step verso la candidatura: buone possibilità

Numerosi incontri organizzativi sono già andati in scena in questi anni per pianificare la candidatura Unesco. Ora, ad ottobre, è in programma un nuovo vertice in provincia di Pavia. «La candidatura, se la tabella di marcia sarà rispettata – annuncia Giancarlo Tavella –, sarà pronta per essere presentata a settembre del 2019». A quel punto la palla passerà alla commissione Unesco, che dovrà valutare il progetto, prima di esprimere un giudizio definitivo. La candidatura del festival “Tocatì” comunque sembra avere le spalle “ben coperte”, visto che è supportata dal Ministero dei beni culturali e dallo stesso Comitato Unesco di Verona ed è monitorata da un team di antropologi che si appoggiano anche a diverse Università italiane, per studiare il fenomeno.

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