L’impressione è quella che sia un weekend come gli altri. Il popolo dei centri commerciali va a spasso per l’outlet esattamente come accade in una domenica qualunque. Né più né meno del solito. Nel fine settimana di Pasqua, molti hanno preso “la via del mare”: i bollettini del traffico della A6 parlano di traffico enorme sull’autostrada verso la Liguria, la gita fuori porta è stata favorita dal doppio festivo baciato dal sole. Poniamo la domanda: la questione delle “aperture festive”, oggi, è ancora uno scandalo? Il caso Mondovicino forse aiuta a dare una giusta dimensione alle cose. L’outlet monregalese è stato aperto nei giorni di Pasqua (domenica era chiusa la galleria), come sarà aperto il 25 aprile e il 1 maggio. Anzi, su entrambe queste date si spalmerà uno dei maxi-eventi organizzati dall’outlet, ovvero il “Pizza Village”: due weekend estesi (22-25 aprile e 29 aprile-1 maggio) dedicati al mondo della pizza, con la presenza di maestri pizzaioli provenienti direttamente da Napoli e stand allestiti lungo tutte le vie dell’outlet.
Nei giorni scorsi ha tenuto banco il caso di Serravalle Scrivia. L’outlet alessandrino (il più grande di Italia) è stato al centro di una contestazione dei sindacati, che avevano indetto uno sciopero dei negozi per il giorno di Pasqua per protestare contro la scelta di tenere aperto. Risultato? Erano chiuse 4 vetrine su 250.
A Mondovicino non si sono viste affluenze da grande botto: «Un afflusso da “buon fine settimana”», dice l’amministratore Andrea Caramelli. Se da un lato questo significa che il “popolo commerciale” considera Pasqua alla stregua di una domenica qualunque, significa però anche che la clientela nei festivi è ormai un dato di fatto. «È la semplice legge della domanda e dell’offerta – commenta Caramelli –: oggi il cliente si aspetta che i negozi siano aperti la domenica e nei festivi. Se una legge imponesse la chiusura nei giorni in cui la clientela si aspetta che le vetrine siano aperte, danneggerebbe l’economia e di conseguenza anche il lavoro».